Gli investitori in Treasury statunitensi hanno subito perdite straordinarie nell’era del post “stimolus-check” Covid, come dimostrato dall’ETF iShares 20+ Year Treasury Bond (Ticker: TLT) che è sceso del 47% dal suo massimo di agosto 2020. Un calo così ampio, in una asset class presumibilmente sicura ha portato al fallimento di diverse banche da inizio 2023, ma, a nostro parere, gli effetti a catena non sono finiti e devono ancora riversarsi su altri segmenti del mercato azionario ed obbligazionario corporate con valutazioni estremamente elevate e, più in generale, sul resto dell’economia. Nella nostra analisi, scopriremo quali ulteriori “onde d’urto” potrebbero aspettarci.
Nel frattempo, i titoli obbligazionari che più probabilmente potrebbero rimanere coinvolti in una potenziale recessione ed in una onda ribassista, sono i bond corporate sub-investment-grade. Il rischio maggiore di essere coinvolti in una reazione a catena, nella nostra analisi è ricoperto da un nucleo strettamente correlato di azioni delle 7 “mega-cap” Statunitensi di cui abbiamo già parlato in un nostro articolo precedente. Basandoci su alcuni dei nostri modelli, queste azioni sono una bolla pronta a scoppiare. I dati fondamentali rivelano valutazioni estremamente elevate semplicemente non giustificate dal potenziale di crescita futuro sottostante. Da notare, inoltre, il pattern tecnico ribassista “testa-e-spalle” nel grafico sottostante basato sul valore aggregato EV (Enterprise Value) rispetto al PIL USA.
Durante questa fase del ciclo economico, riteniamo che il trend di crescita delle vendite sia una metrica molto più indicativa rispetto a delle semplici prospettive di crescita futura dell’azienda. Nel frattempo, la sua valutazione sembra mostrare, a livello grafico-tecnico, un doppio massimo abbastanza preoccupante.
Secondo noi, troppi investitori si stanno erroneamente focalizzando su una visione retrospettiva, concentrandosi su titoli sopravvalutati che rappresentano ciò che ha funzionato nell’ultimo ciclo economico, ma non ciò che potrebbe funzionare nel prossimo. Come abbiamo visto sopra, questa strategia si è già mostrata come pessima per gli investitori del mondo Fixed-income governativo. Crediamo che, attualmente, il rally delle sopracitate 7 mega-cap stia dando agli investitori una seconda chance per evitare di commettere questo genere di errore nuovamente. L’S&P 500 ha raggiunto il suo massimo il 4 gennaio 2022, ma nel 2023 c’è stato un “ri-test” di quei massimi, guidato da un numero ristretto di aziende tecnologiche ultra-capitalizzate e lautamente valutate. Attualmente è in corso un altro ri-test, ma sembra stia fallendo e non lascia speranze sulla rottura al rialzo dei massimi citati poco fa.
Ad attendere questi titoli, c’è un ribasso molto più accentuato rispetto a quello della bolla tech del 2000. Questo perché, le big-tech potrebbero perdere una quota ancora più grande del GDP rispetto alle loro controparti dell’epoca. Va tenuto a mente, infatti, che una pletora di nuove aziende tecnologiche finanziate da VC (venture capital) con modelli di business disruptor focalizzati sull’AI stanno ora prendendo di mira questi colossi. Come se la pressione non fosse già abbastanza da parte dei mercati, diversi governi su scala globale (tra cui quello statunitense) stanno portando avanti azioni legali aggressive antitrust e di protezione dei consumatori contro queste big-tech. Un’ulteriore potenziale danneggiamento, che potrebbe incidere sulle loro quote di mercato future oltre che sulla loro redditività.
La lezione più importante che possiamo portare con noi dalle bolle azionarie del 1929 e del 2000, è che lunghi periodi di speculazione combinati con alte valutazioni (non giustificate) portano a grandi crash del mercato azionario. Non crediamo che questa volta sarà tanto diverso.
Sul lato del Fixed income, prevediamo un imminente evento di volatilità come previsto dalla divergenza nell’Indice BofA MOVE di volatilità dei Treasury rispetto agli spread di credito high-yield come mostrato nel grafico sottostante. Per chi non lo conoscesse, l’Indice BofA MOVE, precedentemente noto come Merrill Lynch Option Volatility Estimate (MOVE) Index, è un indice che misura la volatilità prevista nel mercato delle obbligazioni del Tesoro degli Stati Uniti. È analogo all’indice VIX, che è comunemente utilizzato per misurare la volatilità nel mercato azionario.
Il modello Probability of Recession Twelve Months Ahead della Fed sembra stimare una probabilità storicamente alta di una prossima contrazione economica. Come mostrato nel grafico sottostante, questo indicatore segnala in modo tendenzialmente accurato un’imminente rivalutazione al ribasso nel mercato dei junk bond. Un ulteriore indicazione di quanto sia possibile che si verifichi uno scenario del genere.
Lo scenario attuale sui mercati è estremamente complesso. Il nostro obiettivo non è quello di creare allarmismo anche perché personalmente siamo molto propensi all’utilizzo dell’analisi ciclica, che ci insegna che di solito nei mesi conclusivi dell’anno ed in particolar modo a dicembre, i mercati tendano al rialzo. La nostra View è positiva nel brevissimo termine, ciò nonostante è importante tenere a mente quanto riportato nell’articolo per evitare di incappare in brutte sorprese durante il corso del 2024. In particolare chi ha grandi posizioni sulle big-tech potrebbe iniziare a prendere in considerazione di portare a casa i profitti e godersi l’eventuale performance ottenuta. Non sappiamo ancora quale sarà la prossima Amazon, ma sappiamo che un ciclo economico sta volgendo al termine… Tu cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti!