Il mercato giapponese, tradizionalmente conservatore e restio alle acquisizioni straniere, si trova al centro di una potenziale rivoluzione. Alimentation Couche Tard, colosso canadese della grande distribuzione, ha lanciato un’offerta di acquisizione da 50 miliardi di dollari per Seven & i Holdings, la società madre dei celeberrimi 7-Eleven. Questo evento sta scuotendo il panorama finanziario del Giappone, con banchieri, investitori e funzionari governativi che ne discutono come il possibile catalizzatore di una nuova era di fusioni e acquisizioni (M&A). In gioco non c’è solo il controllo di uno dei brand più iconici del Paese, ma anche la direzione futura della governance aziendale in Giappone. Questa operazione potrebbe segnare l’inizio di un cambiamento radicale nel modo in cui le aziende giapponesi interagiscono con il capitale internazionale e con i propri azionisti. Couche-Tard ha inseguito Seven & i per oltre due decenni, affrontando spesso resistenze dovute alla tradizionale riluttanza delle aziende giapponesi a essere acquisite da stranieri. Tuttavia, l’offerta è stata facilitata dalle nuove linee guida M&A introdotte dal Ministero dell’Economia, Commercio e Industria (METI), che ora spingono le aziende a prendere in considerazione offerte legittime. Rimane però la domanda se il Giappone sia pronto a permettere che un attore straniero prenda il controllo di una delle sue aziende simbolo come Seven & i. Nonostante il fatto che 7-Eleven sia stato fondato in Texas nel 1927, oggi è sinonimo di vita quotidiana in Giappone. I convenience store, o konbini, sono parte integrante della cultura giapponese, offrendo di tutto, dai bento freschi agli articoli funebri. Questi negozi, gestiti con logistica automatizzata ed efficienti catene di fornitura, sono una meraviglia dell’organizzazione. Per molti giapponesi, come il cliente che compra gli snack per gatti, l’idea che una società straniera gestisca tali operazioni sembra inconcepibile. In Giappone, Seven & i controlla quasi la metà dei negozi di convenience store, inclusi i 7-Eleven, che insieme a Family Mart e Lawson dominano il mercato con oltre 50.000 punti vendita. Seven & i ha anche operazioni all’estero, in particolare negli Stati Uniti, dove nel 2020 ha acquisito Speedway, una catena di distributori di benzina, per 21 miliardi di dollari. Tuttavia, nonostante questo impero, la sua leadership operativa non si è tradotta in rendimenti elevati per gli azionisti, spingendo molti investitori a chiedere riforme.
Alicia Ogawa, esperta di governance aziendale giapponese, sottolinea che molti dei nuovi membri del consiglio di Seven & i hanno legami troppo stretti con l’azienda, riducendo la loro indipendenza. Nonostante alcuni progressi, il prezzo delle azioni della società ha sottoperformato rispetto al mercato giapponese. Benjamin Herrick, di Artisan Partners, osserva che, nonostante Seven & i abbia speso 25 miliardi di dollari in acquisizioni, la sua capitalizzazione di mercato è rimasta stagnante. Al contrario, Couche-Tard, che ha investito meno della metà di quella cifra, ha visto i suoi rendimenti totali per gli azionisti crescere del 191%. L’offerta di Couche-Tard sfrutta il cosiddetto “conglomerate discount” che ha penalizzato Seven & i per anni. L’analista Shunsuke Kuriyama afferma che acquistare l’intera azienda potrebbe essere più conveniente che acquistare solo le operazioni internazionali, soprattutto con la possibilità di dismettere altre attività. Questa proposta arriva in un contesto di cambiamento nel panorama della governance aziendale giapponese. Negli ultimi dieci anni, l’introduzione di codici di governance e stewardship ha portato progressi, anche se molti speravano in cambiamenti più incisivi. L’offerta di Couche-Tard potrebbe rappresentare un punto di svolta. Herrick avverte che un eventuale rifiuto dell’offerta di Couche-Tard potrebbe avere conseguenze di vasta portata. Gli azionisti hanno bisogno di sapere perché l’offerta potrebbe essere respinta, soprattutto in un contesto in cui le aziende giapponesi sono sempre più sotto pressione per dare priorità agli interessi degli azionisti. Mentre altre aziende giapponesi osservano attentamente questa vicenda, è probabile che si preoccupino di trovarsi in una posizione simile a breve. I legali esperti di M&A in Giappone hanno riferito di un aumento delle richieste di consulenza da parte di aziende preoccupate per offerte di acquisizione non richieste. Questo suggerisce che il mondo aziendale giapponese si sta preparando a un futuro con più aggressività nei takeover. Indipendentemente dal risultato finale, l’offerta di Couche-Tard avrà implicazioni di vasta portata. Per decenni, le aziende giapponesi sono state percepite come immuni a takeover stranieri, con offerte non richieste solitamente respinte senza esitazioni. Tuttavia, ora aziende con risultati finanziari misti e azioni sottovalutate, come Calbee, Square Enix o Sapporo, potrebbero diventare bersagli per acquirenti internazionali. Un investitore globale sostiene che le riforme M&A introdotte dal METI erano inizialmente pensate per favorire consolidazioni interne. Tuttavia, l’offerta di Couche-Tard ha superato questo processo, portando alla ribalta attori stranieri. Aziende come Asics o altre potrebbero ora ricevere offerte che non possono più ignorare. Nigel Muston, analista presso CLSA Securities, sottolinea che il comportamento degli investitori riflette la convinzione che il mercato sia cambiato in modo permanente. Anche se l’offerta di Couche-Tard dovesse fallire, è improbabile che il prezzo delle azioni di Seven & i torni ai livelli precedenti, dato che gli investitori restano fiduciosi sulle opportunità future. La posizione del governo giapponese sarà cruciale in questa potenziale acquisizione. I convenience store sono considerati un’infrastruttura essenziale in un paese spesso colpito da calamità naturali. Alcuni analisti ritengono che il governo potrebbe intervenire per proteggere Seven & i dal controllo straniero. Tuttavia, Ellen Lee, di Causeway Capital Management, sostiene che il consiglio di amministrazione della società dovrebbe dare priorità al valore per gli azionisti, evitando protezionismi ingiustificati. Ignorare questo principio potrebbe compromettere la fiducia degli investitori globali nel processo di riforma della governance giapponese. La questione su chi debba beneficiare della gestione delle aziende giapponesi è ancora aperta. L’offerta aggressiva di Couche-Tard ha portato questa tematica al centro del dibattito, sollevando domande sul futuro del capitalismo orientato agli azionisti in Giappone. Alla fine, questa battaglia per il controllo di Seven & i potrebbe ridursi a una questione culturale: da un lato, l’approccio orientato alla riduzione dei costi di Couche-Tard; dall’altro, l’enfasi di Seven & i sull’esperienza del cliente. Come osserva Alicia Ogawa, aumentare i margini senza sacrificare la qualità del servizio sarà la vera sfida per il successo di questa acquisizione trasformativa.