Mentre la Cina corre insieme all’Occidente per risolvere il problema della commercializzazione dell’energia generata tramite la fusione nucleare, una start-up di Shanghai sta cercando di raccogliere 500 milioni di dollari per sviluppare una tecnologia che renderebbe il processo più economico e sostenibile. La fusione nucleare, in cui isotopi di idrogeno si fondono dopo essere stati riscaldati a temperature estreme, rilasciando energia, ha da decenni il potenziale di fornire abbondante elettricità senza emissioni e senza produrre scorie nucleari radioattive a lunga durata. Malgrado queste promesse, la commercializzazione della fusione nucleare rimane un traguardo difficile da raggiungere.
La fusione nucleare ha il potenziale di rivoluzionare il settore energetico, ma ad oggi molte delle macchine sviluppate hanno appena prodotto abbastanza energia per far funzionare un bollitore, e la strada verso una produzione energetica su larga scala rimane complessa. Nel panorama globale della fusione nucleare, Energy Singularity si trova a competere con attori di rilievo come la statunitense Commonwealth Fusion Systems (CFS), spin-off del Massachusetts Institute of Technology (MIT), e altre aziende come la britannica Tokamak Energy. Questi concorrenti stanno sviluppando tecnologie simili, ma utilizzano approcci diversi per risolvere le sfide della fusione. Ad esempio, CFS punta su magneti superconduttori ad alta temperatura (HTS) per creare un piccolo tokamak altamente efficiente. First Light Fusion, nel Regno Unito, sta invece esplorando l’uso dell’inerzia per ottenere la fusione, bypassando del tutto il tokamak. Energy Singularity ha cercato di trarre ispirazione da CFS, concentrandosi però su un vantaggio competitivo importante: la riduzione dei costi. Grazie alle catene di approvvigionamento cinesi, l’azienda prevede di ridurre le spese di produzione, affermando che i costi in Cina potrebbero essere almeno del 50% inferiori rispetto a quelli di progetti simili negli Stati Uniti. Questo potrebbe permettere alla Cina di emergere come leader nella fusione nucleare, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche da quello economico. La chiave per questa riduzione dei costi è l’utilizzo dei superconduttori ad alta temperatura (HTS). Questi materiali permettono di costruire magneti più potenti, in grado di contenere il plasma a temperature superiori a quelle del sole. Grazie a questa tecnologia, Energy Singularity può ridurre le dimensioni del tokamak e di conseguenza abbassare i costi di produzione, rendendo la fusione nucleare una prospettiva più accessibile. Secondo Ye Yuming, direttore operativo e co-fondatore dell’azienda, tutti i tokamak si basano sugli stessi principi fisici per realizzare la fusione, ma attraverso l’innovazione dei magneti HTS è possibile costruire macchine più piccole ed economiche. L’unica incognita, a detta di Ye, riguarderebbe la gestione di campi magnetici sempre più potenti ma, nonostante queste sfide, l’azienda ritiene che la combinazione tra innovazione tecnologica e catene di approvvigionamento locali sia la chiave per il successo nel lungo termine. Una delle promesse più grandi della fusione nucleare è la capacità di produrre energia senza emissioni di gas serra e senza generare scorie radioattive a lungo termine, a differenza della fissione nucleare. Questa caratteristica potrebbe trasformare la fusione in una delle fonti di energia più sostenibili del futuro, riducendo drasticamente l’impatto ambientale legato alla produzione di energia. L’adozione della fusione nucleare, però, non è priva di sfide ambientali. La produzione delle macchine a fusione richiede l’uso di materiali avanzati in grado di resistere a condizioni estreme, la cui estrazione e lavorazione possono comportare impatti ambientali significativi. Inoltre, la costruzione di centrali a fusione su larga scala richiederà ingenti quantità di energia e materiali, anche se nel lungo termine queste centrali saranno probabilmente più sostenibili rispetto a quelle a combustibili fossili o a fissione. La fusione nucleare rappresenta quindi una tecnologia dal potenziale immenso, ma il suo impatto ambientale netto dipenderà dalla capacità di aziende come Energy Singularity di sviluppare soluzioni efficienti e a basso impatto per la produzione di energia e la gestione delle risorse. La commercializzazione di questa tecnologia e dell’energia che ne deriverebbe presenta anche diversi benefici dal punto di vista economico e sociale di vasta portata. Se la fusione riuscisse a mantenere le sue promesse, potrebbe portare a una riduzione significativa dei costi energetici globali, con benefici per l’economia mondiale. La Cina, con il suo vasto mercato e la crescente domanda di energia, potrebbe trarre enormi vantaggi dalla fusione nucleare, riducendo la sua dipendenza dai combustibili fossili e migliorando la sua posizione come leader energetico globale. La transizione verso questa nuova fonte di energia richiederà ingenti investimenti in infrastrutture e formazione, e il suo impatto iniziale potrebbe non essere equamente distribuito tra le diverse nazioni. Le economie emergenti e le regioni meno sviluppate potrebbero essere lasciate indietro in questa trasformazione, almeno nei primi anni, a causa dei costi elevati di accesso a questa tecnologia. Allo stesso tempo, i settori economici legati ai combustibili fossili potrebbero subire forti ripercussioni, spingendo per politiche di transizione più graduali e inclusive. Energy Singularity ha raccolto finora circa 110 milioni di dollari per sviluppare il suo primo dispositivo, l’HH70, le cui prime operazioni sono state annunciate nel giugno scorso. Con circa 135 dipendenti, l’azienda sta ora puntando a raccogliere ulteriori 500 milioni di dollari per sviluppare il suo dispositivo di nuova generazione, l’HH170, entro il 2027. Il nuovo dispositivo sarà più grande e potenzialmente in grado di generare molta più energia, con l’obiettivo di commercializzare la tecnologia entro il 2035. Ye è fiducioso di poter raccogliere i fondi necessari nonostante le difficili condizioni di finanziamento derivanti dalle tensioni tra Stati Uniti e Cina. La possibilità di ottenere investimenti da gruppi sostenuti dallo stato potrebbe essere un fattore decisivo, insieme alle collaborazioni già in corso con istituzioni e università cinesi, tra cui il Southwestern Institute of Physics e la Shanghai Jiao Tong University. La velocità con cui l’azienda ha sviluppato il primo prototipo, e cioè in soli due anni, suggerisce che il settore privato stia facendo progressi più rapidi rispetto alle istituzioni accademiche e governative. La fusione nucleare ha un potenziale enorme. C’è chi la descrive come la soluzione definitiva per risolvere la crisi energetica globale, ma la strada verso la sua commercializzazione è costellata di non poche sfide e la sua realizzazione su scala industriale sembra ancora lontana. La capacità di Energy Singularity di abbattere i costi e di sfruttare le risorse locali rappresenta un vantaggio competitivo notevole, ma rimangono ancora numerose incertezze sul fronte scientifico e infrastrutturale. La dipendenza da investimenti massicci e le implicazioni per i mercati emergenti complicano ulteriormente questa transizione. Se da un lato l’energia prodotta dalla fusione nucleare potrebbe rivoluzionare il panorama energetico, dall’altro bisogna considerare le implicazioni per le economie tradizionalmente legate ai combustibili fossili e i costi legati alla costruzione delle infrastrutture necessarie. Alla fine, il vero successo di questa tecnologia dipenderà dalla capacità di aziende come Energy Singularity di mantenere le promesse di un futuro energetico pulito e accessibile. E tu cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti!