Il cambiamento climatico sta accelerando a un ritmo allarmante, portando con sé
un aumento della frequenza e della gravità degli eventi meteorologici estremi come
tempeste, inondazioni e incendi boschivi. Questo fenomeno sta avendo un impatto
devastante su vari settori economici, e uno dei più colpiti è quello delle
assicurazioni. L’aumento delle perdite legate a catastrofi naturali ha portato a una
crisi nel settore assicurativo, rendendo sempre più difficile ottenere una copertura
accessibile. Di seguito analizziamo come il settore stia affrontando questa sfida
senza precedenti e quali sono le possibili implicazioni per il futuro.

Negli Stati Uniti, questa rivalutazione ha portato a un aumento vertiginoso dei
premi, con compagnie come State Farm e The Hartford che hanno sospeso la
sottoscrizione di nuove polizze casa in California. Questo ritiro è stato in gran parte
dovuto all’aumento dei costi di riassicurazione contro le catastrofi naturali, ovvero
l’assicurazione acquistata dalle stesse compagnie assicurative per proteggersi
dalle perdite legate ai disastri naturali. In Europa, i dirigenti del settore avvertono che,

dopo una serie di eventi meteorologici estremi, i prezzi delle polizze dovranno
aumentare ulteriormente.
In Australia, l’aumento dei premi assicurativi è stato il più alto degli ultimi vent’anni,
lasciando 1,24 milioni di famiglie in una condizione di “stress da accessibilità
dell’assicurazione casa”. Questo rappresenta un incremento rispetto al milione
dell’anno precedente, e dimostra come il cambiamento climatico stia rendendo
sempre più difficile per le famiglie assicurare le proprie abitazioni.
Non è solo negli Stati Uniti che il settore assicurativo sta affrontando una crisi.
Anche in Europa, in Australia e in altre regioni del mondo, le compagnie
assicurative stanno ritirandosi da mercati ritenuti troppo rischiosi. Ad esempio, la
Virginia, uno stato degli Stati Uniti non noto per le catastrofi naturali di massa, sta
vedendo un ritiro delle coperture assicurative a causa di cambiamenti nei modelli
meteorologici che stanno intensificando fenomeni come tempeste e inondazioni.
Le tempeste violente, un tempo considerate “rischi secondari” rispetto a catastrofi
maggiori come uragani e terremoti, ora hanno un impatto economico simile a
questi eventi di maggiore portata. Secondo Ernst Rauch, capo scienziato climatico
di Munich Re, il più grande riassicuratore al mondo, vi è “una significativa tendenza
al rialzo” nelle richieste di risarcimento per eventi climatici negli Stati Uniti e in
Europa. Anche tenendo conto dell’inflazione nei costi di ricostruzione, dovuta
all’aumento dei prezzi di lavoro e materiali, il trend rimane preoccupante.
Questa situazione ha portato a un aumento drastico dei costi della riassicurazione
contro le catastrofi, con il costo di questa copertura al suo massimo da una
generazione. Inoltre, i riassicuratori hanno aumentato i livelli di attivazione delle
polizze, i cosiddetti “attachment points”, lasciando un maggiore rischio alle
assicurazioni primarie. Questo ha costretto le compagnie a incrementare i premi
per i consumatori, con il rischio di escludere sempre più persone dalla possibilità
di assicurarsi.
L’aumento dei costi assicurativi e la riduzione della disponibilità di copertura
stanno avendo ripercussioni significative non solo sul settore assicurativo, ma
sull’economia e sulla società nel suo complesso. La Banca d’Inghilterra ha
avvertito che, se i governi non agiscono per mitigare il cambiamento climatico,
entro il 2050 circa il 7% delle famiglie britanniche attualmente coperte sarà
costretto a rinunciare all’assicurazione a causa del costo eccessivo o della sua
indisponibilità. In Australia, si prevede che entro il 2030 una casa su 25 sarà di
fatto non assicurabile, secondo il Climate Council, un organismo consultivo indipendente.
Negli Stati Uniti, la situazione è ulteriormente complicata dalla necessità per le
compagnie assicurative di ottenere l’approvazione dei regolatori locali per i prezzi
delle polizze. Questo rende difficile per le compagnie adeguare le tariffe in modo
che riflettano adeguatamente il rischio. La tensione tra il settore assicurativo e le
autorità regolatorie sta diventando sempre più evidente, con conseguenze
potenzialmente gravi per la stabilità finanziaria. Se il trend delle perdite annuali
sopra i 100 miliardi di dollari dovesse persistere, e le compagnie fossero costrette

a ulteriori aumenti di prezzo e ritiri per proteggere i propri bilanci, potrebbe
“danneggiare l’intera proposta del settore assicurativo alla società”, come ha
affermato un amministratore delegato di una compagnia di riassicurazione.

Nonostante le difficoltà, il settore assicurativo sta cercando nuove soluzioni per affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico. Un’area di innovazione è rappresentata dall’assicurazione parametrica, che offre copertura basata su trigger predefiniti, come il superamento di una certa soglia di inondazione, piuttosto che su una valutazione tradizionale del rischio. Questa forma di assicurazione può rendere assicurabili rischi che altrimenti sarebbero esclusi. Tuttavia, esistono dei rischi: se un evento catastrofico non raggiunge la soglia predefinita, non ci sarebbe alcuna copertura, lasciando i clienti senza indennizzo. Inoltre, il settore sta investendo in misure di prevenzione e adattamento. Un esempio è rappresentato dalla Coca-Cola Consolidated, che ha lavorato con il suo assicuratore per ristrutturare un impianto in modo che le acque alluvionali potessero attraversarlo senza causare danni significativi. Queste misure non solo riducono il rischio, ma possono anche contribuire a contenere i costi assicurativi, rendendo la copertura più accessibile. Mentre il settore privato cerca di adattarsi, il ruolo dei governi diventa sempre più cruciale. In molti paesi, tra cui Stati Uniti e Regno Unito, i governi stanno già intervenendo per sostenere il mercato assicurativo attraverso programmi di riassicurazione e assicuratori statali di ultima istanza. Ad esempio, il programma di riassicurazione contro le inondazioni del Regno Unito, Flood Re, ha supportato oltre 260.000 polizze lo scorso anno, rispetto alle 150.000 del 2018.

In Florida, l’assicuratore statale di ultima istanza, Citizens, contava 1,2 milioni di polizze alla fine del 2022, rispetto a meno di 450.000 nel 2020. A livello europeo, cresce il sostegno per schemi di condivisione del rischio a livello nazionale e continentale per far fronte alle catastrofi naturali sempre più frequenti. L’Eiopa, l’autorità europea di vigilanza sulle assicurazioni, ha proposto un programma paneuropeo di condivisione del rischio, che potrebbe essere necessario per far fronte alla crescente frequenza e gravità degli eventi naturali. Tuttavia, questi interventi devono essere attentamente progettati per evitare il rischio morale, come la riduzione dell’incentivo per i singoli paesi a investire in misure di resilienza. Il cambiamento climatico sta costringendo il settore assicurativo a ridefinire il modo in cui gestisce il rischio, con aumenti dei costi e “non assicurabilità” in aree sempre più vaste. Le soluzioni innovative e le misure di adattamento sono essenziali per affrontare questa crisi, ma è evidente che sarà necessario un intervento coordinato a livello globale per garantire che il settore possa continuare a proteggere famiglie e delle imprese da questi disastri naturali. La posta in gioco probabilmente e più alta di quanto crediamo, va oltre la semplice copertura assicurativa e riguarda la nostra capacità di affrontare un futuro sempre più incerto.

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