La settimana scorsa, Boeing è stata sanzionata dalle autorità regolatorie americane a seguito della divulgazione di dettagli riguardanti un’indagine sull’incidente avvenuto il 5 gennaio. Durante questo episodio, un pannello del portellone di un Boeing 737 gestito da Alaska Airlines si è distaccato in volo, causando una depressurizzazione della cabina. Fortunatamente, anche grazie alla tempestiva reazione dei piloti, che sono riusciti ad effettuare un atterraggio di emergenza, non ci sono stati morti o feriti tra gli oltre 170 passeggeri del volo. Inutile dire che sarebbe potuta andare molto peggio… Ma di questo ne abbiamo già parlato in uno dei nostri articoli. 

Il report emergente dall’analisi ha evidenziato come la società abbia gravemente infranto le normative investigative e l’accordo stipulato con il National Transportation Safety Board (NTSB), responsabile per l’indagine. Nonostante la profonda conoscenza delle normative da parte di Boeing, come sottolineato dall’agenzia in una dichiarazione ufficiale, la sanzione è stata applicata in risposta a un briefing tenutosi martedì scorso, nel quale Boeing ha esposto i propri progressi nel miglioramento della qualità. Questo episodio ha acuito le tensioni tra il produttore aeronautico e le autorità governative, aggravando una situazione già tesa dopo l’incidente di gennaio. Attualmente, Boeing è sotto il vaglio di molteplici enti investigativi, inclusi la Federal Aviation Administration e il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. L’NTSB ha criticato Boeing per aver condiviso opinioni e analisi relative a potenziali cause dell’incidente, accusando l’azienda di tentare di individuare il responsabile specifico del montaggio improprio del pannello. L’agenzia ha chiarito che il suo obiettivo non è attribuire colpe, ma piuttosto identificare le cause dell’incidente. Di conseguenza, Boeing perderà l’accesso alle scoperte investigative dell’NTSB relative all’incidente di gennaio.

L’NTSB ha inoltre convocato Boeing a un’udienza prevista per agosto. In risposta, il costruttore aeronautico ha espresso rammarico per eventuali dichiarazioni che potrebbero aver travalicato il ruolo dell’NTSB come ente investigativo, descrivendo il briefing come un tentativo di dimostrare trasparenza e di dettagliare un piano presentato in precedenza alla FAA per il rafforzamento della sicurezza e della qualità. Boeing, infine, ha invitato i giornalisti a visitare i propri stabilimenti vicino a Seattle e a interagire con i dirigenti senior per illustrare come l’azienda ha rafforzato i propri processi produttivi per evitare futuri problemi di sicurezza. Un rapporto preliminare dell’NTSB ha rivelato la mancanza di quattro bulloni necessari per il fissaggio del pannello del portellone, sottolineando la gravità dell’incidente che ha visto il pannello staccarsi violentemente dalla fusoliera del 737 Max poco dopo il decollo. Le iniziative di Boeing per ripristinare la sua immagine e la fiducia dei consumatori non finiscono qui. Il costruttore di velivoli di Seattle, infatti, avrebbe appena concluso l’acquisizione di Spirit AeroSystems in un accordo da 4,7 miliardi di dollari. Un processo concluso dopo prolungate discussioni che hanno visto il coinvolgimento sia del gigante aeronautico americano sia del suo principale concorrente europeo, Airbus.

L’operazione ha un valore complessivo di circa 8,3 miliardi di dollari, somma che include anche l’ultima valorizzazione del debito netto di Spirit, come comunicato da Boeing lunedì. L’accordo prevede una valutazione del fornitore di circa 37,25 dollari per azione, segnando il ritorno di Spirit sotto l’egida di Boeing dopo vent’anni di separazione. Spirit ha raggiunto questo accordo con Boeing seguendo un’intesa separata con Airbus, che ha visto l’entità europea assumere la responsabilità di parti cruciali dei programmi aeronautici di Spirit relativi agli aerei A220 e A350, con operazioni in diverse località globali, tra cui Irlanda del Nord, Stati Uniti, Francia e Marocco. In cambio, Airbus compenserà Spirit con 559 milioni di dollari. Spirit ha anche espresso l’intenzione di dismettere alcune delle sue attività, inclusi gli impianti di Belfast non legati ad Airbus, oltre a quelli situati a Prestwick in Scozia e in Malesia. La compagnia, che fabbrica la fusoliera del jet 737 Max di Boeing, ha ricevuto non poche critiche per i problemi di produzione che hanno ostacolato il ritmo di produzione dell’aereo. A seguito di tali problemi, lo scorso anno è avvenuto il cambio di leadership in Spirit, con l’ex dirigente di Boeing, Patrick Shanahan, che ha assunto il ruolo di amministratore delegato. 

Boeing prevede di concludere l’accordo entro metà del 2025, con il supporto di PJT Partners, Goldman Sachs e Consello, mentre Sullivan & Cromwell agisce come consulente legale. Spirit, d’altra parte, è stata assistita da Morgan Stanley e Moelis per le questioni finanziarie, e da Skadden per le questioni legali. L’acquisizione di Spirit AeroSystems da parte di Boeing non è solo una mossa strategica di business, ma anche una risposta diretta alle sfide emerse dall’incidente di gennaio. Questo accordo simboleggia un impegno rinnovato alla sicurezza e alla qualità, elementi che sono stati messi in discussione dal distacco del pannello del 737 Max. Integrando Spirit, Boeing non solo rafforza la propria catena di approvvigionamento, ma si impegna anche a ridurre le discrepanze di qualità che possono sfuggire in una produzione esternalizzata. Questa decisione invita a una riflessione più ampia sulle dinamiche di responsabilità e trasparenza nelle industrie ad alto rischio.

Come possiamo, come consumatori e cittadini, influenzare e richiedere maggiore affidabilità dalle entità che dominano questi settori critici? L’interazione tra Boeing e Spirit diventa quindi un caso studio illuminante sulle conseguenze a lungo termine delle decisioni aziendali sulla sicurezza pubblica e sulla fiducia industriale. E tu cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti!