Le terre rare non sono, come potrebbe suggerire il nome, particolarmente rare. Questo termine si riferisce a un gruppo di 17 elementi chimici nella tavola periodica, tra cui scandio, ittrio e 15 lantanidi. Questi elementi sono cruciali per numerose applicazioni high-tech, dai telefoni cellulari alle tecnologie verdi come turbine eoliche e veicoli elettrici, oltre a essere impiegati in importanti applicazioni di difesa. L’importanza di questi elementi e, dunque, delle terre rare risiede nella loro applicazione in tecnologie indispensabili alla società moderna. La loro capacità di generare potenti magneti permanenti, fosfori, catalizzatori, e altri componenti essenziali li rende insostituibili in molti settori chiave. Senza le terre rare, molte delle tecnologie che definiscono la nostra vita quotidiana non sarebbero né efficienti né economicamente fattibili. 

Come dicevamo, il mercato delle terre rare è in costante espansione. Secondo alcuni report di mercato, si prevede che il mercato globale delle terre rare raggiunga valori multi-miliardari nei prossimi anni, guidato da un aumento della domanda in settori come l’automotive, l’elettronica di consumo e le tecnologie per l’energia rinnovabile. Il mercato globale delle terre rare sta vivendo una fase di crescita significativa, trainata dall’aumento della domanda di tecnologie avanzate e da misure di sostenibilità. Per il 2023, la dimensione del mercato era stimata intorno ai 3,39 miliardi di dollari, con previsioni di crescita fino a 8,14 miliardi di dollari entro il 2032, con un tasso di crescita annuo composto (CAGR) del 10,2%. In termini di volumi, il mercato delle terre rare era previsto raggiungere i circa 400 chilotoni nel 2024 e crescere ulteriormente fino ad oltre 500 chilotoni entro il 2029, con un CAGR superiore al 4%. Questo aumento è alimentato principalmente dall’espansione del settore degli elettromagneti, che rappresenta una quota significativa del mercato, a causa del loro ruolo essenziale in una varietà di applicazioni industriali e tecnologiche. La regione Asia-Pacifico, guidata dalla Cina, continua a dominare il mercato grazie alla sua capacità produttiva e alle vaste riserve di questi metalli.

La Cina è responsabile di una porzione predominante della produzione globale e lavorazione delle terre rare, posizionandosi come un fulcro critico per l’approvvigionamento e la distribuzione di questi elementi fondamentali. Il mercato è inoltre stimolato dall’aumento dell’utilizzo delle terre rare nei catalizzatori e nelle applicazioni industriali, come i veicoli elettrici e le tecnologie di energia rinnovabile, che richiedono materiali avanzati per ottimizzare le prestazioni e l’efficienza. 

L’interesse crescente degli operatori finanziari deriva dalla cruciale importanza delle terre rare nelle tecnologie future e dalla loro centralità in questioni geopolitiche e economiche. Gli investitori vedono nel settore delle terre rare una possibilità di ottenere rendimenti significativi, data la crescente domanda e la limitata offerta controllata principalmente da pochi attori globali. Sempre parlando di terre rare, la tensione tra Cina e Australia attorno a questa tematica è emblematica della lotta per il controllo delle risorse essenziali e del loro crescente appeal agli occhi degli investitori di tutto il globo. Una dimostrazione di come il controllo dei minerali stia diventando, in alcuni casi, un problema politico.

Jim Chalmers, tesoriere australiano, ha addotto motivi di interesse nazionale per chiedere a Yuxiao Fund e ad altri quattro fondi associati ad esso, di ridurre o cedere le loro partecipazioni in Northern Minerals, uno sviluppatore di terre rare dell’Australia occidentale. “La decisione, basata sul parere del Foreign Investment Review Board, è volta a proteggere l’interesse nazionale e a garantire la conformità con il nostro quadro normativo sugli investimenti esteri”, ha dichiarato lunedì un portavoce del tesoriere. La mossa giunge nel mezzo di un acceso dibattito in Australia sul presunto dominio della Cina nel settore delle terre rare, utilizzate per costruire turbine eoliche e veicoli elettrici e nell’industria della difesa. Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia, la Cina controlla il 70% delle miniere di terre rare e il 90% della capacità di lavorazione. 

L’Australia ha identificato le terre rare come una parte fondamentale della sua strategia sui minerali e vuole aiutare il suo settore industriale a sviluppare una catena di approvvigionamento al di fuori della Cina. Northern Minerals si è posizionata come fornitore chiave di elementi di terre rare per una raffineria che Iluka Resources sta costruendo sulla costa dell’Australia occidentale. Nel febbraio dello scorso anno, il governo australiano ha impedito al fondo Yuxiao, che ha sede a Singapore, di raddoppiare la propria partecipazione in Northern Minerals, portandola a quasi il 20%. Lo scorso ottobre, la società australiana contattò il FIRB (Foreign Investment Review Board) per sollecitare l’autorità di regolamentazione a indagare se Yuxiao, che secondo Northern Minerals è controllata dall’uomo d’affari Wu Tao, avesse violato l’ordine aumentando in modo occulto la sua partecipazione attraverso l’uso di fondi associati. Il fondo di Singapore ha anche convocato un’assemblea straordinaria degli azionisti per rimuovere Nicholas Curtis, presidente esecutivo di Northern Minerals e veterano delle terre rare, dalla sua posizione. Yuxiao ha anche nominato Wu, insieme ad altri candidati, come candidato al consiglio di amministrazione della società australiana. Curtis si è dimesso dal suo ruolo la scorsa settimana. Northern Minerals terrà la sua assemblea annuale, che include le proposte di nomina del consiglio di amministrazione, questa settimana. In una dichiarazione rilasciata dalla società si legge che: “Sembra che il tesoriere abbia concluso che l’acquisizione delle azioni in questione non fosse conforme ai requisiti del Foreign Acquisitions and Takeovers Act 1975 e al precedente ordine di divieto emesso dal tesoriere”. Il Fondo Yuxiao non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento. La mossa del tesoriere costringerà più del 10% delle azioni di Northern Minerals ad essere immesse sul mercato nei prossimi due mesi.

A Yuxiao è stato ordinato di ridurre la sua partecipazione all’8%, mentre a quattro fondi e individui associati, tra cui Black Stone Resources delle Isole Vergini britanniche e Indian Ocean International Shipping and Service Company registrata negli Emirati Arabi Uniti, è stato detto di vendere le azioni che avevano acquistato da settembre. L’intervento del regolatore australiano arriva dopo che il Canada ha obbligato gli investitori cinesi a cedere quote nel settore dei minerali critici nel 2022. Quest’anno, il produttore di grafite SRG Mining ha rinunciato a un investimento programmato dalla cinese Carbon One New Energy Group a marzo e il produttore di rame Solaris Resources ha annullato il piano di vendita di una quota del 15% alla cinese Zijin Mining a maggio. Entrambe le società hanno citato le norme sugli investimenti stranieri come motivo di rinuncia agli accordi. Il dibattito si estende oltre le mere questioni economiche, toccando nodi sensibili come la sicurezza nazionale e l’indipendenza strategica in settori chiave. La mossa del governo australiano di limitare l’influenza cinese nel settore delle terre rare dimostra la complessità e l’importanza di questi materiali in un contesto globale sempre più interconnesso e tecnologicamente avanzato.

Facci sapere la tua nei commenti!