Il signor Fink ha affermato che “lo spostamento dei rischi pensionistici sugli individui” ha reso ancora più difficile sostenere una maggiore longevità. “Il mondo sta affrontando una ‘crisi silenziosa’ per quanto riguarda le pensioni. Se ne sente parlare raramente nei media. Non fa parte del dialogo politico nella maggior parte dei paesi. E i leader aziendali raramente ne discutono, almeno non in pubblico,” ha detto il signor Fink. Ha poi aggiunto: “Non fa notizia o attira attenzione perché non è immediata. Non è il problema di quest’anno e nemmeno del prossimo anno. Ma è una crisi. E più ritardiamo la conversazione sulla questione, più la crisi crescerà.” La prolungata aspettativa di vita combinata con il decremento dei tassi di natalità a livello globale costituisce una delle principali sfide per i sistemi pensionistici, tanto a livello internazionale quanto locale. Questo fenomeno è particolarmente evidente in alcune aree geografiche dove i tassi di fertilità hanno raggiunto livelli minimi storici: negli Stati Uniti la media è scesa a 1,7 figli per donna, in Europa a 1,5 e in Cina addirittura a 1,2. Queste tendenze demografiche preludono a un futuro in cui la forza lavoro sarà numericamente inferiore, potenzialmente incidendo sul tasso di crescita economica e sul benessere generale delle popolazioni. La diminuzione della popolazione attiva e il rallentamento della crescita economica potrebbero tradursi in minori entrate per i fondi pensione, compromettendo la sostenibilità dei sistemi previdenziali. L’incremento della longevità, inoltre, spinge le persone a dover accumulare risorse sufficienti per un periodo di pensionamento più lungo. In Europa, l’aspettativa di vita varia significativamente tra i diversi paesi, riflettendo differenze nel benessere sociale, nell’accesso alle cure sanitarie e nello stile di vita. Nel 2021, l’aspettativa di vita media nell’Unione Europea era di 80,1 anni, con una leggera diminuzione rispetto agli anni precedenti, probabilmente a causa dell’impatto della pandemia di COVID-19. Prima della pandemia, nel 2019, l’aspettativa di vita aveva raggiunto il picco di 81,3 anni. Paesi come la Spagna, con un’aspettativa di vita di 83,3 anni, la Svezia (83,1 anni), il Lussemburgo e l’Italia (entrambi 82,7 anni) si posizionano tra i più alti in Europa. Al contrario, Bulgaria (71,4 anni), Romania (72,8 anni) e Lettonia (73,1 anni) registrano le aspettative di vita più basse. Sebbene la pandemia di COVID-19 abbia inciso negativamente sull’aspettativa di vita in molti paesi, i recenti dati del 2022 evidenziano un’inversione di tendenza con incrementi notevoli in alcune nazioni. La Bulgaria, per esempio, ha visto crescere l’aspettativa di vita di ben 2,8 anni, seguita dalla Slovacchia con un incremento di 2,4 anni e dalla Romania con un aumento di 2,3 anni.

Questi miglioramenti, pur essendo segnali positivi che riflettono i progressi compiuti nel campo della sanità e della tecnologia negli ultimi anni, sollevano interrogativi critici sulla capacità di sostenere i sistemi pensionistici. Inoltre, questi cambiamenti pongono in rilievo la questione più ampia relativa alla sostenibilità economica dei nostri modelli attuali di vita, che sono strutturati su determinate aspettative di durata della vita e di benessere generale. Anche nei paesi economicamente più avanzati e nonostante ci sia la necessità di creare risparmio per la pensione, molte persone si trovano nell’incapacità di mettere da parte somme significative. Una condizione dovuta a diversi fattori, tra cui la crescente incertezza economica, l’incremento del costo della vita e l’assenza di una cultura del risparmio radicata. Il signor Fink ha sottolineato come, nei paesi sviluppati, molti individui si trovino a dover utilizzare i propri risparmi per far fronte a emergenze, anziché destinarli alla costruzione di un fondo pensione. Ha inoltre messo in guardia contro la tendenza di alcune persone a risparmiare senza però investire adeguatamente queste risorse, una pratica che rischia di non generare i rendimenti necessari a garantire una pensione dignitosa. In questo scenario, è evidente l’urgenza di adottare strategie di investimento prudenti e di promuovere politiche volte a incentivare il risparmio a lungo termine, nonché di riformare i sistemi pensionistici per renderli più resilienti di fronte ai cambiamenti demografici. Queste azioni richiedono un impegno concertato da parte dei governi, delle istituzioni finanziarie e dei singoli cittadini, al fine di assicurare che le generazioni future possano godere di una vecchiaia serena e economicamente sicura. Il declino nella fiducia verso la possibilità di una ripresa economica e il progressivo indebolimento della fiducia nelle istituzioni, esacerbato da una serie di eventi traumatici, costituisce un ostacolo significativo agli investimenti a lungo termine. Eventi come la pandemia di COVID-19, i conflitti in Europa, l’acuirsi delle divisioni politiche, la frammentazione geopolitica, e le fluttuazioni macroeconomiche hanno profondamente minato l’ottimismo collettivo, erodendo la speranza in un avvenire prospero, come osservato dal signor Fink.

La percezione di insicurezza finanziaria, unita alla perdita di fiducia nelle istituzioni che dovrebbero garantire stabilità e crescita, ha portato a una cautela eccessiva tra gli individui riguardo al futuro, desistendo così dall’impegnarsi in piani di risparmio e investimento che si estendono nel lungo periodo. Questo atteggiamento riflette una crisi di fiducia che va oltre la sfera finanziaria, influenzando profondamente il tessuto sociale ed economico. La situazione nel Regno Unito, dove è stato rilevato che un ampio segmento della popolazione non sta accumulando risorse sufficienti per la pensione, è simbolo di una problematica più ampia, con implicazioni globali. Le considerazioni di Fink suggeriscono che questo non sia un problema isolato, ma un segnale di un’allarmante tendenza globale verso l’insicurezza finanziaria per il futuro. Questo contesto sollecita una riflessione critica sulle strategie di intervento necessarie per ristabilire la fiducia nelle istituzioni finanziarie e politiche. È essenziale adottare misure che incentivino l’investimento a lungo termine e la creazione di un cuscinetto finanziario per la pensione, attraverso politiche che promuovano la stabilità economica, la trasparenza istituzionale e un’equa distribuzione delle risorse. Solo attraverso un rinnovato impegno collettivo sarà possibile superare le sfide poste dall’attuale clima di incertezza, assicurando così alle future generazioni un orizzonte di stabilità e prosperità.

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