Martedì scorso, i futures sul cacao hanno raggiunto un picco senza precedenti, superando i $10.000 per tonnellata metrica, un rally storico che ha visto i prezzi dell’ingrediente chiave del cioccolato raddoppiare nel corso dell’anno. 

Oltre alle preoccupazioni per la scarsità delle scorte fisiche, si stanno accumulando anche pressioni nel mercato finanziario, dove alcuni trader hanno venduto futures per coprirsi contro le detenzioni fisiche. Tuttavia, in attesa che i contratti maturino, hanno bisogno di liquidità per far fronte alle margin call sulle perdite derivanti da derivati e, in un mercato in ascesa, potrebbero essere costretti a chiudere le posizioni corte, contribuendo ad alimentare il rally rialzista. I futures sul cacao hanno registrato un aumento raggiungendo quota $10.080 per tonnellata a New York, prima di chiudere con un calo dello 0,3% a $9.622. I futures sul cacao a Londra e New York sono più che raddoppiati quest’anno. 

Il rally ha spinto un indicatore tecnico sulla price chart (RSI) in una zona di iper-comprato per gran parte degli ultimi mesi, anche se il cacao ha continuato a salire. “Quando siamo a questo livello di prezzo, è difficile dire se questi prezzi siano giustificati,” ha detto Paul Joules, analista presso Rabobank a Londra. 

Il raggiungimento del livello di $10.000 potrebbe incoraggiare alcune prese di profitto (Take Profit), poiché l’azione del prezzo “è diventata molto ripida e i trader potrebbero preoccuparsi che il rally abbia raggiunto un punto di esaurimento”, hanno detto gli analisti di Hightower Report in una nota di martedì scorso. C’è il rischio che la situazione dell’offerta possa peggiorare. L’imminente regolamentazione dell’Unione Europea, volta a fermare la vendita di prodotti che distruggono le foreste, potrebbe rendere ancora più difficile assicurarsi le forniture per i produttori di cioccolato. 

La crescita repentina è partita in seguito ai danni registrati dopo il passaggio di El Niño, che ha inflitto gravi danni alle coltivazioni dei principali paesi esportatori dell’Africa occidentale. L’impatto di questo fenomeno climatico si è tradotta in un’impennata dei prezzi del cacao del 250% nell’ultimo anno. Il clima incostante, caratterizzato da piogge irregolari seguite da periodi di siccità e caldo, ha favorito l’insorgenza di patologie vegetali, devastando i raccolti. Malattie quali la Cocoa swollen shoot virus disease hanno infettato centinaia di migliaia di piantagioni, molte delle quali già in condizioni precarie per l’età, determinando il deficit più significativo nel mercato del cacao degli ultimi 60 anni. I maggiori danni si sono registrati in Costa d’Avorio e Ghana, leader mondiali nella produzione di cacao, che insieme detengono il 70% dell’offerta globale di semi di cacao. Tra ottobre e marzo, i coltivatori ivoriani hanno esportato solamente 1,28 milioni di tonnellate di cacao ai porti, segnando una riduzione del 28% rispetto all’anno precedente. Inoltre, a gennaio, l’organismo di regolamentazione del cacao della Costa d’Avorio ha sospeso le vendite future fino a nuova valutazione dei dati effettivi di produzione. Analogamente, in Ghana, il Cocoa Board ha annunciato che il raccolto di cacao per il periodo 2023-24 potrebbe limitarsi a soli 425 milioni di tonnellate, meno della metà delle stime iniziali. L’attenzione si sta ora spostando sulla prossima raccolta di mezza stagione dell’Africa occidentale, la più piccola delle due raccolte annuali. Secondo quanto riportato da Bloomberg, nel principale paese produttore, la Costa d’Avorio, ci si aspetta un forte calo stagionale. Nel frattempo, altri produttori, come il Brasile e l’Ecuador, stanno cercando di aumentare la produzione, ma ci vorranno alcuni anni prima che le piante di cacao appena piantate producano le tanto richieste fave. “Il mercato è fuori controllo”, ha dichiarato Andrew Moriarty, responsabile della segnalazione dei prezzi presso Mintec, una società di elaborazione dati sulle materie prime. “Tutti si stanno preparando all’impatto.” Il maltempo e le malattie delle piante hanno ridotto drasticamente le rese delle coltivazioni in Costa d’Avorio e Ghana, che insieme producono più dei due terzi delle fave di cacao su scala globale. Decenni di prezzi bassi hanno lasciato gli agricoltori Africani a corto di fondi, incapaci di investire nelle loro piantagioni. Di conseguenza, la maggior parte di esse sono piantate con alberi vecchi e in decomposizione, più vulnerabili a malattie e condizioni meteorologiche estreme. Questo ha creato una carenza globale di cacao per il terzo anno consecutivo, innescando un rally dei prezzi senza precedenti. Due mesi fa, il cacao a New York veniva scambiato a meno di $5.000; un anno fa era meno di $3.000. I futures sul cacao a Londra sono più che raddoppiati dall’inizio di febbraio e più che triplicati rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. I fondi d’investimento speculativi, cavalcando le tendenze di mercato, sono riusciti a capitalizzare ampiamente il rally. A titolo esemplificativo, il Diversified Fund di Aspect Capital, avente sede a Londra, ha registrato un incremento del 18,2% dall’inizio dell’anno, grazie in gran parte al cacao, principale driver di performance. Con l’ascesa dei prezzi, il fondo ha progressivamente alleggerito la propria esposizione per mitigare il rischio, come riferito da un insider ben informato sulle politiche d’investimento del fondo. Secondo Moriarty, gli investitori che hanno puntato sull’ulteriore apprezzamento dei prezzi stanno “continuando a registrare notevoli profitti”. L’Intercontinental Exchange, l’ente che sovrintende ai contratti futures sul cacao a New York, ha osservato un calo delle posizioni speculative nell’ultimo anno. Di fronte a un’impennata dei prezzi che erode i margini di profitto, i produttori di cioccolato affermano di essere costretti a riversare gli incrementi dei costi sui consumatori. Hershey ha preannunciato a febbraio che l’escalation dei prezzi del cacao limiterà l’incremento degli utili per l’anno in corso, dopo aver registrato una diminuzione delle vendite del 6,6% nell’ultimo trimestre del 2023. L’escalation dei costi del cacao sta esercitando una forte pressione sugli utili dei fabbricanti di cioccolato, mentre l’aumento dei prezzi del cacao si traduce in cattive notizie per i consumatori, soprattutto nello scenario in cui le aziende decidano di riflettere questi costi sui prezzi finali o di commercializzare prodotti ridotti nelle dimensioni o nel contenuto di cioccolato. Con l’avvicinarsi della Pasqua, momento clou per il consumo di dolciumi, il gap temporale tra i mercati delle materie prime e quelli dei prodotti finiti e pronti per il consumo, suggerisce che l’impatto più significativo sui consumatori deve ancora arrivare. Un’ascesa dei prezzi del cacao che rappresenta una questione ben più intricata rispetto al semplice rincaro delle nostre amate uova di Pasqua. E tu cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti!