L’idea di Helbiz nasce dalla mente imprenditoriale di Salvatore Palella, un giovane italiano trasferitosi negli Stati Uniti, che tra il 2014 ed il 2015 iniziò a concepire un nuovo modello di business nel settore della micro-mobilità condivisa. La visione di Palella era chiara: rivoluzionare il modo in cui le persone si muovono nelle città, rendendo i trasporti più accessibili, sostenibili e in armonia con l’ambiente urbano. Così, nel 2015, Helbiz venne ufficialmente fondata a New York, segnando l’inizio di una nuova era nella mobilità urbana. Il suo ideatore e amministratore delegato, Salvatore Palella, fu presto etichettato dalla stampa, sia nazionale che internazionale, come il “Elon Musk italiano”, sebbene successivamente sarebbero emerse ulteriori sfaccettature della sua figura. L’imprenditore siciliano, originario di Acireale, cresciuto in una famiglia di commercianti di agrumi, ha vissuto un’escalation inarrestabile nel settore della micromobilità, non senza però inciampare in alcune controversie durante la sua carriera imprenditoriale: dalla partecipazione in imprese oggetto di indagini antimafia, a contatti con individui collegati al crimine organizzato, fino a imputazioni di mancati pagamenti di cambiali e stipendi. Palella abbandonò la Sicilia in tenera età, «trasferendosi a Dublino subito dopo aver terminato gli studi liceali, a soli 17 anni, dove ebbe il suo primo impiego in un fast food», si legge in una narrazione in terza persona della sua biografia. Successivamente, si spostò a Milano, «dove seguì i corsi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e, parallelamente, avviò la sua prima impresa: la Witamine, una compagnia specializzata nella produzione di distributori automatici di succo d’arancia fresco». Con la Witamine, tuttavia, Palella si trovò a vivere la suo prima disavventura imprenditoriale: l’azienda fu oggetto di sequestro da parte della procura antimafia milanese, implicata in un’indagine riguardante il clan mafioso guidato da Guglielmo Fidanzati. Negli atti giudiziari, il giovane imprenditore era indicato come uomo di facciata per Michele Cilla, un noto operatore nel settore delle discoteche e un tempo stretto collaboratore del capomafia Fidanzati. Nonostante l’assenza di indagini dirette a suo carico e la breve durata del sequestro, Palella optò per liquidare l’impresa e abbandonare Milano. Aveva già in mente un nuovo progetto, da realizzare nella sua Acireale. Nel 2012, come narrato nella propria autobiografia, a soli 25 anni Palella divenne “il più giovane proprietario di una squadra di calcio professionistica al mondo”, assumendo le redini dell’Acireale Calcio. L’evento di presentazione fu caratterizzato dalla partecipazione di celebrità di calibro nazionale, quali i Negramaro, e l’annuncio di ambiziosi piani di acquisti per promuovere la squadra a una categoria superiore. Nonostante le promesse, la realtà si dimostrò ben diversa: i giocatori rimasero per mesi senza stipendio, arrivando a gestire autonomamente la squadra.
L’esordio borsistico non fu privo di turbolenze: la maggior parte degli investitori di Greenvision, la Special Purpose Acquisition Company (Spac) creata per l’occasione, si ritirò alla vigilia della fusione con Helbiz. È importante sottolineare che l’ammissione di un’azienda al Nasdaq, anche mediante Spac, comporta un rigoroso esame da parte della Securities and Exchange Commission (Sec) americana, la quale, in questo frangente, valutò positivamente la condizione finanziaria e patrimoniale di Helbiz Inc. e del suo gruppo, considerandola conforme agli standard per l’ammissione. Tuttavia, nonostante la conformità ai criteri richiesti dalla Sec, nel documento di fusione Helbiz-Greenvision, alla pagina 373, gli auditor della Marcum LLP evidenziarono che, al 31 dicembre 2020, Helbiz presentava un notevole disavanzo di capitale circolante, aveva registrato perdite consistenti e necessitava di capitali aggiuntivi per far fronte agli impegni e mantenere operative le sue attività. Queste avvisaglie generarono dubbi sulla sua capacità di continuare l’operatività a lungo termine, dubbi che i successivi bilanci della società avrebbero poi confermato. L’utilizzo delle Spac, adottato da Palella, era all’epoca una pratica molto diffusa a Wall Street. Questo meccanismo prevede la creazione di entità finanziarie quotate che raccolgono capitali dagli investitori. Queste entità, come Greenvision, si mettono alla ricerca di imprese desiderose di accedere rapidamente ai mercati finanziari. Una volta realizzata la fusione, le aziende acquisiscono la quotazione e i capitali degli investitori, mentre questi ultimi, idealmente, realizzano un guadagno sulla vendita delle azioni. Nel caso specifico di Helbiz, tuttavia, dei 59 milioni di dollari di capitale inizialmente versati dai soci di Greenvision, più del 94% fece valere il proprio diritto di recesso, ottenendo il rimborso prima della fusione. Invece dei 50 milioni di dollari attesi, Helbiz raccolse appena oltre tre milioni, cifra insufficiente anche solo a coprire i 6,5 milioni di dollari di spese per la quotazione. Helbiz riuscì a evitare il collasso immediato grazie a un contributo finanziario da parte di un gruppo di investitori privati attraverso un meccanismo noto come Pipe (private investment in public equity). Anche in questo caso, le aspettative non furono pienamente soddisfatte: sebbene si prevedessero “almeno 30 milioni di dollari” da questo canale, ne furono raccolti soltanto 21,5, al netto della restituzione di un prestito precedente. – Emerse un’ulteriore difficoltà: la massiccia uscita di investitori da Greenvision comprometteva il flottante di Helbiz, ossia il volume di azioni liberamente scambiabili in borsa, non raggiungendo il minimo richiesto per mantenere la quotazione sul Nasdaq. Di conseguenza, la borsa emise un preavviso di delisting, anticipando la possibile rimozione di Helbiz dall’elenco delle aziende quotate. La società, in quel momento, minimizzò l’importanza dell’avviso, sostenendo che la cancellazione sarebbe stata evitata mediante la registrazione pubblica delle azioni emesse nel precedente collocamento privato. Tale manovra sortì l’effetto sperato e Helbiz riuscì a preservare la sua posizione nel listino Nasdaq fino al 18 dicembre 2023, quando fu definitivamente esclusa dalle negoziazioni per non aver rispettato alcuni cruciali requisiti finanziari, secondo quanto riportato da Micromobility.com. Un destino non dissimile toccò a Bird, il principale rivale nel settore, segnando un periodo di instabilità per le entità che, come queste due, avevano avuto l’audacia di varcare la soglia dei mercati pubblici. Questo sviluppo mise in luce le problematiche incontrate da tali imprese nel mantenere il proprio valore di mercato. Micromobility.com, in particolare, faticò a soddisfare le aspettative del Nasdaq, giungendo infine alla decisione di orientarsi verso il mercato over-the-counter (OTC), una scelta simile a quella intrapresa da Bird a seguito del proprio delisting.
Tuttavia, la realtà finanziaria dell’azienda rimane critica, con un fatturato di 1,5 milioni di dollari contrapposto a una perdita netta di 9,5 milioni nel terzo trimestre del 2023. Le finanze dell’azienda mostrano un marcato disallineamento tra passivo, che ammonta a 61,7 milioni di dollari, e attivo, che si ferma a soli 9,4 milioni. Il prezzo delle azioni in fase di delisting si è assestato a 0,44 dollari, con la capitalizzazione di mercato crollata da 300 milioni di dollari a solo 1 milione nell’ultima sessione di trading. (Dati aggiornati a dicembre 2023) Questi eventi sottolineano la crisi più ampia che sta colpendo il settore della micromobilità condivisa, con aziende come Superpedestrian che escono di scena e Tier Mobility che annuncia riduzioni del personale. Il comparto si trova così in un momento di riflessione, cercando di trovare un equilibrio tra l’innovazione e la sostenibilità necessarie per il suo futuro. La storia di Helbiz e del suo fondatore, Salvatore Palella, racconta un’avventura imprenditoriale intrisa di ambizione e innovazione, ma anche di sfide e controversie. Da un’idea visionaria di micro-mobilità condivisa nata tra le strade di New York, alla creazione di una realtà che ha cercato di ridisegnare il tessuto urbano delle metropoli italiane con i suoi monopattini, Helbiz ha incarnato il sogno di un trasporto sostenibile e accessibile. Nonostante le avversità, il tentativo di Helbiz di reinventarsi attraverso l’espansione nel retail e il lancio di un e-commerce testimonia la resilienza e la continua ricerca di innovazione dell’azienda.
Riuscirà Salvatore Palella a portare avanti il suo “sogno americano”?
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