Nell’articolo di oggi parleremo della guerra sul mercato del greggio avvenuta qualche anno fa, tra i principali paesi produttori di questo combustibile fossile. Una situazione che ha avuto origine da una combinazione di fattori, tra cui le tensioni all’interno dell’OPEC+ (un’alleanza tra i membri dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio e altri grandi produttori di petrolio, come la Russia), una drastica riduzione della domanda a causa della pandemia di COVID-19, e decisioni strategiche da parte dei principali produttori di petrolio che hanno portato a una sovrapproduzione sul mercato.
Tuttavia, durante un cruciale incontro all’inizio di marzo 2020, l’Arabia Saudita e la Russia non sono riuscite a raggiungere un accordo sui tagli alla produzione. In risposta al mancato accordo, l’Arabia Saudita ha annunciato un aumento significativo della sua produzione di petrolio, seguita da sconti sui prezzi del suo petrolio grezzo, in un evidente tentativo di guadagnare quote di mercato e mettere sotto pressione i produttori ad alto costo, come quelli dello shale oil negli Stati Uniti. La Russia ha risposto anch’essa annunciando che avrebbe aumentato la propria produzione. Questa escalation ha portato a una sovraofferta di petrolio sul mercato globale in un momento in cui la domanda stava crollando a causa delle misure di lockdown imposte in tutto il mondo per combattere la pandemia. La produzione di greggio dell’Arabia Saudita ha raggiunto un picco storico di 11,642 milioni di barili al giorno (bbl/day) nell’aprile 2020. Il livello più alto registrato, partendo da una media precedente che si aggirava attorno ai 9,456 milioni di barili al giorno da gennaio 2002 fino a gennaio 2024 . Questo aumento significativo nella produzione di petrolio è stato parte della strategia dell’Arabia Saudita durante la guerra dei prezzi del petrolio, mirata a guadagnare quote di mercato e a mettere pressione sui produttori ad alto costo.
Ciò significava che i venditori erano disposti a pagare agli acquirenti per prendersi il petrolio, principalmente a causa della mancanza di capacità di stoccaggio disponibile per il surplus di petrolio. I contratti futures per la consegna di maggio si scambiavano a -37,63 dollari al barile, un fenomeno senza precedenti che rifletteva la gravità della sovrapproduzione e della caduta della domanda. La situazione ha portato a un’intesa all’interno dell’OPEC+ e ad altri paesi produttori di petrolio al di fuori dell’alleanza per implementare tagli alla produzione di petrolio senza precedenti, al fine di stabilizzare i prezzi del mercato. Questi tagli alla produzione, insieme alla ripresa graduale della domanda di petrolio con la riapertura delle economie, hanno contribuito a stabilizzare e successivamente a incrementare i prezzi del petrolio nei mesi successivi. L’evento ha avuto ampie ripercussioni economiche, finanziarie e geopolitiche. Ha messo in luce la vulnerabilità dell’industria petrolifera a shock improvvisi della domanda, ha evidenziato l’importanza della cooperazione tra i paesi produttori per mantenere la stabilità del mercato e ha accelerato il dibattito sulla transizione energetica e la sostenibilità a lungo termine dell’economia globale basata sui combustibili fossili. Ultimo ma non meno importante, punta i riflettori sulla possibilità che una situazione del genere si riproponga. Seppur molto meno probabile a causa della situazione economico-polita che l’Arabia Saudita sta attraversando. Il Regno, ha infatti intrapreso un ambizioso programma di riforme economiche e sociali noto come Vision 2030, volto a diversificare l’economia al di fuori del settore petrolifero. Questo include lo sviluppo di settori come il turismo, l’intrattenimento, e la tecnologia, oltre a miglioramenti infrastrutturali e iniziative per attirare investimenti esteri. Le riforme fiscali e la diversificazione economica sono cruciali per ridurre la dipendenza del Regno dal petrolio ed è proprio in virtù di questa transizione che valutiamo l’ipotesi che uno scenario del genere si palesi nuovamente, come estremamente remota.
E tu cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti!