Nell’articolo di oggi, parleremo dell’evoluzione dei mercati azionari globali nel 2024, esaminando il contrasto tra le sopravvalutate azioni statunitensi e le non valorizzate economie emergenti, con un focus particolare sull’impatto rivoluzionario dell’intelligenza artificiale. 

L’attuale contesto macroeconomico nei mercati azionari globali presenta, per il 2024 e per il resto del decennio, una configurazione di investimento fortemente contrastante. 

Utilizzando l’indicatore di valutazione preferito da Warren Buffett, diventa evidente che le azioni statunitensi non solo si trovano a livelli storicamente costosi, ma sono anche le più sopravvalutate tra le 28 maggiori economie mondiali. A nostro avviso, gli investitori che acquistano azioni statunitensi stanno attualmente assumendo rischi ingiustificati in un contesto di valutazioni gonfiate. Altrettanto rilevante, ma questa volta in modo positivo, è la prevalenza di economie con valutazioni notevolmente basse che possiedono anche un’esposizione sostanziale a vaste materie prime con prospettive favorevoli di offerta e domanda. In questo contesto, il Sud America spicca come una regione ricca di risorse con mercati incredibilmente sottovalutati, specialmente se confrontati con gli Stati Uniti. 

il potenziale per gli investitori di scoprire opportunità interessanti in regioni e settori sottovalutati. Questo sfida la tendenza prevalente caratterizzata da un ottimismo diffuso nelle aziende tecnologiche statunitensi, che attualmente costituiscono più di un terzo del mercato azionario complessivo – un livello di dominanza non visto dal picco della bolla tecnologica. Ancora più interessante è che i recenti progressi nell’intelligenza artificiale potrebbero avere implicazioni molto positive per i mercati emergenti, che da tempo lottano con una forza lavoro di bassa qualità. 

al PIL globale entro il 2030, di cui 6,6 trilioni derivanti da un aumento della produttività e 9,1 trilioni dagli effetti sul lato del consumo. Inoltre, si prevede che entro il 2024 l’AI contribuirà in modo significativo a questa crescita, con alcuni settori che potrebbero vedere un aumento della produttività fino al 40%. Dal punto di vista occupazionale, il Forum Economico Mondiale prevede che l’AI potrebbe creare 97 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2025, sebbene McKinsey stima che entro il 2030 fino al 30% degli attuali posti di lavoro possa essere automatizzato, in particolare in settori come quello manifatturiero e dei trasporti. Esaminando l’evoluzione dell’imprenditorialità, internet ha permesso alle persone di avviare imprese senza la necessità di una sede fisica, abbassando notevolmente le barriere all’ingresso per le nuove imprese. Strumenti come ChatGPT, anche nelle loro fasi iniziali, agiscono come veri Capability Enablers, figure utili per completare lavori e task di vario genere e che assistono lo sviluppo della società tramite l’implementazione di funzionalità aziendali. Ora, gli individui possono non solo lanciare imprese dalle loro camere da letto, ma anche accedere ad assistenti personali, programmatori, matematici, scrittori, storici, biologi e altro ancora a costi praticamente nulli. Estrapolando questo fenomeno a livello globale, le economie meno sviluppate ottengono accesso agli stessi strumenti, livellando il campo di gioco in termini di qualità del lavoro. Gli Stati Uniti hanno storicamente beneficiato enormemente da sistemi scolastici di primo livello e dall’attrazione di studenti e lavoratori da tutto il mondo. Questi cambiamenti, suggeriscono che il divario nelle valutazioni aziendali tra economie sviluppate e meno sviluppate si ridurrà significativamente. Il mercato, a nostro avviso, sta sottovalutando questi cambiamenti, specialmente in un momento in cui le valutazioni delle aziende statunitensi sono estremamente costose, sopratutto se paragonate a quelle di un qualsiasi mercato emergente. Questa idea può essere ulteriormente estesa per affermare che questi nuovi strumenti generano tecnologie altamente innovative e disruptive che ridurranno anche il divario di valutazione tra aziende più grandi e più piccole. Allo stesso tempo, la dominanza sul mercato delle aziende mega-cap statunitensi, ha raggiunto livelli del tutto insostenibili.

L’attuale performance relativa tra queste due regioni sta attualmente ritestando i livelli che abbiamo sperimentato nei primi anni 2000, un periodo che ha segnato un importante punto di svolta per i mercati emergenti rispetto a quelli sviluppati. Crediamo che il panorama degli investimenti attuale sia notevolmente simile a quel periodo, e potenzialmente ancora più convincente ora.

 

Per gli investitori, questo è il momento di guardare oltre le evidenti tendenze del mercato, riconoscendo il potenziale inesplorato di mercati e settori in grado di offrire valore autentico e crescita duratura. Il futuro economico ci invita a una visione più ampia, una dove l’innovazione e l’interconnessione globale giocano un ruolo chiave nel plasmare le opportunità di investimento del domani. E tu cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti!