Ford ha affrontato difficoltà nel mercato europeo per diversi anni, registrando perdite e tagliando posti di lavoro in passato. Per affrontare la diminuzione della domanda, l’azienda ha ridotto la gamma di veicoli offerti, concentrandosi su segmenti più redditizi in un mercato altamente competitivo. Peter Godsell, capo delle risorse umane di Ford in Europa, non ha escluso ulteriori ristrutturazioni in futuro, citando “venti contrari” sia regolamentari che economici. Ha sottolineato la necessità per l’azienda di trovare un modo per operare in Europa con un modello di business sostenibile e redditizio. Jim Farley, amministratore delegato di Ford, ha in precedenza avvertito che la produzione di veicoli elettrici richiederà il 40% in meno di lavoratori rispetto ai veicoli con motore a combustione interna. Un cambiamento dovuto alla minore complessità dei motori elettrici e alla maggiore automazione nei processi produttivi. Ford ha investito 2 miliardi di dollari per trasformare lo stabilimento di Colonia in un centro di produzione di veicoli elettrici.
Nonostante ciò, proprio di recente, ha annunciato un calo della produzione per il nuovo Explorer elettrico e per la Capri elettrica, decisione che a sua volta porterà ad ulteriori riduzioni dell’orario di lavoro nello stabilimento tedesco. Il rallentamento delle vendite di veicoli elettrici in mercati chiave come la Germania ha complicato ulteriormente la situazione. Questo calo è in parte attribuibile alla riduzione o all’eliminazione improvvisa di sussidi governativi per l’acquisto di EV, rendendo i veicoli elettrici meno accessibili per i consumatori. John Lawler, direttore finanziario di Ford, ha recentemente esortato il governo tedesco a fare di più per migliorare le condizioni di mercato e a offrire maggiore flessibilità nel raggiungimento degli obiettivi sulle emissioni. Ha affermato: “Ciò che manca in Europa e in Germania è un’agenda politica chiara e inequivocabile per promuovere la mobilità elettrica”.
I lavoratori di Volkswagen hanno mostrato la loro disponibilità a rinunciare a futuri aumenti salariali per un totale di 1,5 miliardi di euro, a condizione che i dirigenti dell’azienda accettino di ridurre i bonus, limitare i dividendi e cancellare i piani di chiusura degli stabilimenti. Thorsten Gröger, capo negoziatore del sindacato IG Metall, ha avvertito che, se le richieste non saranno accolte, l’azienda potrebbe affrontare uno sciopero industriale senza precedenti a partire dal 1° dicembre. La transizione verso i veicoli elettrici è vista come inevitabile per rispettare gli obiettivi climatici e le nuove normative sulle emissioni. Questa transizione, però, comporta costi elevati per le aziende, sia in termini di investimenti infrastrutturali che di formazione del personale. In questo contesto, l’opposizione dichiarata di figure politiche come Donald Trump alla corsa all’elettrificazione potrebbe rallentare il processo di transizione.
Trump ha espresso chiaramente la sua contrarietà all’accelerazione verso i veicoli elettrici e, questo rallentamento, potrebbe portare beneficio all’intera industria automobilistica, in particolare alla “fazione” occidentale, dando più tempo ai produttori per adattarsi e investire gradualmente nelle nuove tecnologie. La concorrenza dei produttori cinesi aggiunge ulteriore pressione a questo scenario. Aziende come BYD e NIO stanno rapidamente guadagnando quote di mercato in Europa, grazie alla loro offerta di veicoli elettrici tecnologicamente avanzati a prezzi competitivi, mettendo in difficoltà i produttori tradizionali europei, che si stanno vedendo costretti ad adattarsi rapidamente al contesto per evitare di perdere terreno. L’annuncio di Ford è un ulteriore campanello d’allarme per l’intera industria automobilistica europea.
Le aziende devono bilanciare la necessità di innovare e investire nella mobilità elettrica con la realtà di un mercato competitivo e in rapida evoluzione. Per i lavoratori, c’è incertezza sul futuro dell’occupazione nel settore. La riduzione dei posti di lavoro evidenzia la necessità di programmi di riqualificazione e di politiche che sostengano una transizione giusta per i dipendenti colpiti. Per i consumatori, potrebbe significare una maggiore offerta di veicoli elettrici nei prossimi anni, ma anche possibili aumenti dei prezzi se i sussidi governativi non verranno ripristinati o aumentati. Il successo o il fallimento di Ford, così come di altri produttori, dipenderà dalla capacità di adattarsi alle nuove dinamiche del mercato, investire in tecnologie innovative e collaborare con governi e sindacati per trovare soluzioni sostenibili che beneficino tutti gli stakeholder coinvolti.
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