Immagina una montagna di debiti in scadenza, talmente alta da far tremare i mercati globali. Nei prossimi anni, governi e aziende di tutto il mondo dovranno affrontare una sfida titanica: rifinanziare migliaia di miliardi di dollari di debiti accumulati negli anni passati, quando i tassi di interesse erano ai minimi storici. Ma ora, con l’aumento dei tassi e una liquidità sempre più limitata, il rischio di una nuova crisi finanziaria si fa sempre più concreto. In questo articolo esploreremo come il debito globale stia mettendo sotto pressione l’intera economia mondiale e perché il 2026 potrebbe essere l’anno decisivo per evitare un disastro. Scopriremo cosa possono fare i governi e le banche centrali per gestire questa situazione e quali lezioni possiamo trarre dalle crisi passate. Riusciremo a scalare questo “muro di debiti” o ci schianteremo contro di esso? La risposta potrebbe avere un impatto su tutti noi, dai grandi investitori alle famiglie comuni. 

Al momento, sembra che stiamo iniziando a percorrere il sentiero che ci porterà a un nuovo schianto. Non è solo l’aumento degli interessi sul debito a preoccuparci, ma soprattutto il problema di dover rifinanziare enormi volumi di debiti in scadenza. In particolare, il 2026 si preannuncia come un anno difficile per gli investitori. 

Il termine “maturità muraria” termine si riferisce alla concentrazione dei rifinanziamenti di quei debiti che, qualche anno fa, erano stati sottoscritti con tassi di interesse ai minimi storici. Eventi simili hanno innescato crisi finanziarie in passato, come la crisi asiatica del 1997-98 e la grande crisi finanziaria del 2008-09. 

All’estremo opposto, troppa liquidità porta all’inflazione monetaria e alla creazione di bolle speculative sugli asset. È fondamentale che i responsabili politici trovino un equilibrio tra queste forze contrastanti. Non si tratta della classica teoria economica che vede i mercati finanziari come strumenti di finanziamento per nuovi investimenti in capitale. Oggi, con un debito mondiale che, secondo l’Istituto di Finanza Internazionale, ha raggiunto i 315 trilioni di dollari nel primo trimestre, i mercati finanziari sono diventati giganteschi sistemi di rifinanziamento del debito esistente. In questo nuovo contesto, la capacità del settore finanziario di sostenere i bilanci è diventata più importante dei tassi di interesse. Attualmente, circa tre operazioni su quattro nei mercati finanziari non servono a finanziare nuovi investimenti, ma a rifinanziare debiti esistenti. Facendo un esempio concreto: con una media di scadenza del debito di sette anni, ogni anno quasi 50 trilioni di dollari di debiti globali devono essere rifinanziati. Ciò richiede una maggiore capacità nei bilanci del settore finanziario e, di conseguenza, una quantità sempre maggiore di liquidità globale per sostenere queste operazioni. Sebbene sia vero che la liquidità globale – il flusso di risparmi e crediti attraverso i mercati finanziari – sia aumentata di recente, alimentando la crescita di asset rischiosi e i record dei mercati azionari e del prezzo dell’oro, il sistema rimane sotto pressione. I prestiti bancari sono aumentati grazie al miglioramento dei valori dei beni dati in garanzia, e molte banche centrali hanno allentato la politica monetaria. 

Nel breve termine, la risposta potrebbe non essere solo quella di manipolare i tassi d’interesse, ma di gestire esplicitamente le condizioni di liquidità. Tornare a misure come il QE (Quantitative Easing) e il QT (Quantitative Tightening), politiche già adottate dalle banche centrali, potrebbe sembrare impopolare, ma potrebbe essere necessario per evitare il rischio di far crescere ulteriormente bolle sugli asset. Per sostenere l’attuale livello di debito e bilanciare i bilanci, la liquidità globale potrebbe dover crescere a un ritmo annuale dell’8-10%.

In altri termini, il volume complessivo della liquidità globale potrebbe raddoppiare ogni otto anni. Nel lungo periodo, però, l’unica vera soluzione è ridurre il debito. Con popolazioni in rapido invecchiamento che richiedono sempre più spese sociali obbligatorie, questa è una sfida enorme per i governi e, se non si interviene in maniera strutturale, il prossimo salvataggio bancario potrebbe rendere quello del 2008-09 un confronto quasi ridicolo. Il dilemma che i mercati finanziari e i responsabili politici devono affrontare non è nuovo, ma mai così urgente. La crescita del debito non può continuare a questo ritmo senza che vi sia un adeguato supporto in termini di liquidità. Ma al tempo stesso, l’espansione incontrollata della liquidità porta con sé il rischio di bolle speculative, come abbiamo visto in passato. La sfida per il 2026 e oltre sarà quella di trovare un equilibrio sostenibile, in un contesto in cui la pressione per rifinanziare i debiti sarà enorme e la liquidità potrebbe non essere sufficiente per sostenere il sistema finanziario. La storia ci insegna che i cicli di espansione e contrazione finanziaria sono inevitabili, ma quanto sarà profondo il prossimo “scossone” dipenderà da quanto efficacemente i governi e le banche centrali sapranno gestire la crescente marea di debiti.