Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (AI) ha preso letteralmente d’assalto il mondo della tecnologia, e oggi è difficile non parlarne. Da ChatGPT di OpenAI a motori di ricerca innovativi come Perplexity, c’è una vera e propria corsa tra le aziende per conquistare il trono dell’AI. I finanziamenti si riversano a fiumi, le valutazioni salgono alle stelle e gli investitori sono sempre più affamati di novità. Ma cosa c’è dietro questo boom dell’AI? E come si stanno posizionando i protagonisti del settore? Perplexity, una start-up basata a San Francisco, sta facendo parlare di sé. Si tratta di un motore di ricerca basato sull’intelligenza artificiale che vuole sfidare Google. Non male come ambizione, vero? Fondata da Aravind Srinivas, ex ricercatore di OpenAI, Perplexity sta cercando di raccogliere tra 500 milioni e 1 miliardo di dollari, puntando a una valutazione di ben 8 miliardi. Per dare un’idea, si tratta del quarto round di finanziamento solo quest’anno. Insomma, la domanda c’è ed è enorme.
Ad esempio, è in trattative con grandi marchi per testare nuovi formati pubblicitari basati sulla sua piattaforma AI. E per capire meglio quanto stia crescendo: a luglio ha registrato 250 milioni di query, contro i 500 milioni dell’intero anno precedente. Un aumento davvero impressionante.
Il motivo per cui OpenAI sta attirando così tanta attenzione? Gli investitori vedono in ChatGPT e nelle sue evoluzioni il futuro dell’intelligenza artificiale. Per fare un paragone, qualcuno ha detto che il potenziale economico dell’AI generativa potrebbe essere paragonato a quello di internet o del cloud. Hai presente quando il cloud computing ha rivoluzionato la nostra vita? Ecco, secondo molti esperti, l’AI potrebbe fare lo stesso nei prossimi anni, se non addirittura superare quel livello di impatto economico. Se tutto questo entusiasmo ti sembra un po’ troppo bello per essere vero, non sei il solo a pensarla così. Alcuni investitori hanno iniziato a chiedersi se stiamo entrando in una bolla speculativa legata all’AI.
E c’è da capirlo: nonostante le valutazioni alle stelle, molte di queste aziende non sono ancora redditizie. Per esempio, OpenAI sta “bruciando” oltre 5 miliardi di dollari all’anno per mantenere il suo vantaggio competitivo, soprattutto per addestrare modelli sempre più complessi e avanzati. La domanda che tutti si pongono è: come faranno queste aziende a rendere sostenibili i loro enormi investimenti? Per OpenAI, ad esempio, il lancio di ChatGPT ha portato i ricavi annualizzati a circa 3,6 miliardi di dollari, ma siamo ancora lontani dal raggiungere l’equilibrio finanziario. E Perplexity? Attualmente genera entrate attraverso abbonamenti, e i suoi ricavi sono passati da 5 milioni di dollari in gennaio a 35 milioni in agosto. Un aumento notevole, ma sufficiente?
Se da una parte c’è l’entusiasmo degli investitori, dall’altra ci sono sfide non indifferenti. Prendiamo ad esempio OpenAI: oltre a dover gestire il costo esorbitante di addestramento dei modelli AI, deve affrontare concorrenti del calibro di Google e Meta, non proprio nomi qualunque. E poi ci sono le nuove leve, come Anthropic ed Elon Musk con la sua start-up xAI, che stanno raccogliendo miliardi per sfidare i leader di mercato
. Perplexity, invece, dovrà risolvere le problematiche legali legate all’uso di contenuti senza permesso e, allo stesso tempo, dimostrare di poter attrarre una base di utenti stabile e crescente. Non sarà facile, ma con investitori del calibro di Jeff Bezos e Nvidia alle spalle, sembra avere le carte giuste per provarci. La domanda del secolo: l’intelligenza artificiale è una bolla o una rivoluzione destinata a cambiare per sempre il nostro modo di vivere e lavorare? Gli esperti sono divisi. Alcuni credono che stiamo assistendo a una fase di euforia temporanea, simile a quella vissuta durante la bolla delle dot-com nei primi anni 2000. Altri, invece, ritengono che siamo solo all’inizio di una rivoluzione che trasformerà radicalmente settori come la sanità, l’istruzione, la finanza e molto altro. Un paragone interessante è quello con l’ascesa dei social media: ricordiamo tutti quando MySpace sembrava destinata a dominare il mondo, fino a quando Facebook ha preso il sopravvento. E se l’AI fosse a un punto simile? Oggi vediamo OpenAI e Perplexity come protagonisti, ma chi ci dice che tra pochi anni non emergeranno nuovi player con idee ancora più innovative? Quello che è certo è che il mondo sta guardando con grande attenzione. I progressi fatti da OpenAI e Perplexity sono solo la punta dell’iceberg in un settore in rapida evoluzione. Ma quali saranno le aziende che alla fine domineranno la scena dell’AI?
Riuscirà Perplexity a scalzare Google e diventare il nuovo punto di riferimento per le ricerche online? E OpenAI, riuscirà a mantenere il suo ruolo di leader e trasformarsi nel colosso tecnologico da trilioni di dollari che molti prevedono? Non abbiamo ancora tutte le risposte, ma una cosa è certa: l’intelligenza artificiale è qui per restare, e la corsa è appena iniziata. Tu, da che parte stai? Faccelo sapere nei commenti!