L’escalation del conflitto tra Iran e Israele sta avendo ripercussioni importanti non solo a livello geopolitico, ma anche economico e finanziario, con i mercati mondiali che reagiscono rapidamente agli eventi in corso. L’aumento delle tensioni nel Medio Oriente ha infatti provocato impatti significativi su vari settori, come quello della difesa e dell’energia, influenzando le strategie di investimento globali. Recentemente, le azioni delle principali società di difesa, tra cui Lockheed Martin e Northrop Grumman, sono cresciute significativamente in risposta ai recenti attacchi missilistici di Iran contro Israele. 

Nonostante questi sviluppi, rimane incerto se queste dinamiche porteranno a una domanda sostenuta per il settore della difesa. Secondo Byron Callan di Capital Alpha Partners, perché si assista a un cambiamento significativo, il conflitto dovrebbe protrarsi e comportare uno scambio prolungato di missili e raid aerei tra Iran e Israele. 

Queste dinamiche di mercato sono tipiche dei cosiddetti “shock geopolitici”, in cui l’incertezza spinge il prezzo delle materie prime e porta alla vendita di asset più rischiosi come le azioni. Tuttavia, la risposta israeliana sarà decisiva per determinare gli sviluppi futuri del mercato. Quando l’Iran attaccò Israele ad aprile, la reazione israeliana fu limitata e il mercato tornò rapidamente alla normalità. Stavolta, però, la situazione è cambiata: l’uccisione di Nasrallah ha indebolito una delle principali pedine dell’Iran, limitando la capacità di Hezbollah di rispondere.

La decisione dell’Iran di attaccare Israele è stata definita da alcuni analisti come una delle scelte più rischiose della carriera del leader supremo Ali Khamenei. La capacità difensiva dell’Iran è stata compromessa, e un’ulteriore escalation potrebbe spingere Israele a colpire le infrastrutture nucleari iraniane, aumentando così il rischio di gravi ripercussioni per l’economia globale, inclusi possibili attacchi a rotte energetiche cruciali come lo Stretto di Hormuz. Nel contesto attuale, le azioni petrolifere hanno visto un rialzo, con il petrolio greggio che ha raggiunto circa 74 dollari al barile, un aumento del 5% in una sola giornata. Tuttavia, i prezzi del petrolio sono ancora del 15% inferiori rispetto ai massimi del 2024 registrati ad aprile. Gli investitori sono in una fase di attesa, cercando di capire quali potrebbero essere i prossimi sviluppi del conflitto tra Iran e Israele.

La risposta di Israele potrebbe avere un impatto significativo sui prezzi del petrolio, con il rischio di attacchi diretti contro le infrastrutture petrolifere iraniane. Tuttavia, ci sono anche altre nazioni della regione, come l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, che potrebbero aumentare la produzione per compensare eventuali carenze causate da un attacco. Secondo Mary Ann Bartels, analista di Sanctuary Wealth, il vero rischio per il mercato azionario si manifesterà solo se il prezzo del petrolio dovesse superare i 100 dollari al barile, mentre, a livelli attuali, i mercati azionari potrebbero ancora registrare un rialzo. Allo stesso tempo, gli interventi della Federal Reserve e il sostegno alla domanda cinese, grazie a misure di stimolo, potrebbero contribuire a mantenere stabili i prezzi del petrolio, evitando una recessione globale. In questo contesto di incertezza, i prezzi della benzina negli Stati Uniti potrebbero subire aumenti, influenzati dalla possibilità che Israele decida di colpire le infrastrutture petrolifere iraniane. Attualmente, il prezzo medio nazionale della benzina senza piombo è di 3,19 dollari per gallone, ma una maggiore escalation del conflitto potrebbe far aumentare significativamente questi prezzi, specialmente se le infrastrutture cruciali come l’Isola di Kharg, il principale hub di esportazione del petrolio iraniano, dovessero essere attaccate.

Con le elezioni americane alle porte, il tema del prezzo della benzina potrebbe diventare una variabile cruciale per l’elettorato. Nessuna amministrazione desidera vedere un aumento significativo del prezzo della benzina a ridosso delle elezioni, e gli analisti ritengono che, in caso di attacco, il governo americano potrebbe attingere alle riserve strategiche di petrolio per calmierare i prezzi. Tuttavia, queste riserve sono attualmente a metà della loro capacità, rendendo la situazione potenzialmente più complicata. L’Iran potrebbe rispondere colpendo la produzione petrolifera regionale o chiudendo temporaneamente lo Stretto di Hormuz, uno dei canali più importanti per il trasporto di petrolio. Un’eventuale chiusura causerebbe un immediato aumento dei prezzi del petrolio, ma è improbabile che ciò accada, dato il presidio della Marina degli Stati Uniti nella regione. Alla luce di queste tensioni, il settore della difesa e quello energetico sembrano offrire opportunità di crescita agli investitori. Le azioni di società come Lockheed Martin e Northrop Grumman hanno beneficiato dell’escalation, così come le azioni petrolifere, con titoli come Chevron, Valero Energy e Diamondback Energy che hanno registrato buoni rialzi. Gli analisti suggeriscono, tuttavia, di essere cauti. Mentre alcune compagnie petrolifere statunitensi, come Diamondback Energy, sono considerate buone opportunità, altre potrebbero non beneficiare allo stesso modo dell’aumento dei prezzi del petrolio. In particolare, le aziende come Exxon Mobil e Chevron, pur essendo considerate stabili, potrebbero avere meno potenziale di crescita rispetto a società europee come BP e Shell. Nonostante l’attuale rally del petrolio, il settore potrebbe ancora recuperare rispetto ad altri beni, dato che il petrolio è stato il peggiore tra le principali materie prime nel terzo trimestre del 2024. Secondo gli analisti di Ned Davis Research, il livello di sottoperformance raggiunto potrebbe portare a un miglioramento delle performance relative nei prossimi mesi.

L’escalation tra Iran e Israele rappresenta un esempio chiaro di come le tensioni geopolitiche possano influenzare mercati finanziari e strategie di investimento. Se da un lato l’incertezza favorisce gli investimenti in settori come la difesa e l’energia, dall’altro le variabili in gioco sono molteplici e difficili da prevedere. Per gli investitori, questo significa monitorare attentamente gli sviluppi, essere consapevoli dei rischi e sfruttare le opportunità che emergono. La volatilità nei prezzi del petrolio e l’aumento della domanda di sicurezza possono creare contesti favorevoli, ma solo se si è preparati a gestire le oscillazioni e i rischi connessi a eventi globali imprevedibili.