Bitcoin ha di recente raggiunto i suoi massimi storici e questa crescita sembra non volersi arrestare. Al momento siamo intorno ai $70mila USD per BTC… ma questo lo sappiamo tutti, giusto?! 

Tutti validi motivi di cui parleremo a seguire nell’articolo, ma tra tutti quelli appena citati, nessuno è importante quanto il fattore LIQUIDITÀ.

Ma prima di addentrarci in questo discorso, approfondiamo i punti precedenti.

L’halving è un evento che si verifica circa ogni quattro anni, riduce della metà la ricompensa ottenuta dai miners per aver validato e aggiunto un nuovo blocco di transazioni alla blockchain di Bitcoin.

La ragione dietro questa meccanica, introdotta dal creatore di Bitcoin, Satoshi Nakamoto, era di simulare un processo di estrazione simile a quello delle risorse naturali limitate, come l’oro, dove diventa progressivamente più difficile e costoso estrarre nuove unità man mano che le risorse si esauriscono. L’importanza dell’halving può essere osservata sotto diverse luci, ma una delle più significative è il suo effetto sull’offerta di nuovi Bitcoin. Con la riduzione della ricompensa per blocco, il ritmo al quale vengono introdotti nuovi Bitcoin nel sistema diminuisce. Questo meccanismo, assieme al limite massimo di 21 milioni di BTC “minabili”, serve a controllare l’inflazione, assicurando che non vengano prodotti troppi Bitcoin troppo velocemente. L’halving previsto intorno ad aprile 2024 attira particolare attenzione perché segue la tendenza storica degli eventi di halving che hanno spesso preceduto periodi di significativo apprezzamento nel prezzo di Bitcoin (c.d. Bull Run). La ragione dietro questo fenomeno può essere attribuita alle aspettative del mercato e alla psicologia degli investitori, combinata con la riduzione effettiva dell’offerta di nuovi Bitcoin. Se la domanda per Bitcoin rimane stabile o aumenta mentre l’offerta di nuovi Bitcoin rallenta, le pressioni sul prezzo tendono a muoversi al rialzo. Altro fattore rilevante è quello che riguarda i nuovi ETF Bitcoin statunitensi che, dal loro debutto, hanno registrato afflussi netti per un totale di 700 milioni di dollari, con una raccolta complessiva di fondi che raggiunge i 7,7 miliardi di dollari.

Questi afflussi hanno più che compensato i deflussi di 6 miliardi di dollari provenienti dagli operatori storici del settore, secondo quanto riportato da CoinDesk. In dettaglio, i veicoli di investimento come l’IBTC di BlackRock e l’FBTC di Fidelity, entrambi ETF spot Bitcoin di nuova emissione, hanno registrato afflussi settimanali rispettivamente di 884 milioni di dollari e 674 milioni di dollari. Questo mostra una preferenza marcata verso questi nuovi strumenti finanziari rispetto a soluzioni precedenti come il GBTC di Grayscale, che ha visto un deflusso significativo di fondi. L’IBIT di BlackRock, in particolare, si è distinto raggiungendo il quinto posto tra tutti gli ETF in termini di afflussi, un risultato notevole considerando che è stato lanciato solo 17 giorni prima della rilevazione di questi dati. Questo sottolinea non solo l’appetito degli investitori per prodotti legati a Bitcoin, ma anche la fiducia riposta in entità finanziarie consolidate che entrano nel settore delle criptovalute. Questo riequilibro all’interno del mondo dell’Asset Management potrebbe far schizzare al rialzo il prezzo di BTC e, a sostegno di questa tesi, il CEO di MicroStrategy, Michael Saylor, ha previsto che il prezzo di Bitcoin possa arrivare a quota $350,000 entro la fine del 2024. Il sentiment di euforia che stiamo registrando in questi giorni, è anch’esso un ulteriore fattore di potenziale crescita di breve termine e ci permette di introdurre un concetto, quello del “risk appetite”.

Quando parliamo di “Risk appetite”, infatti, ci riferiamo alla quantità di rischio che un investitore è disposto a sopportare nelle sue decisioni di investimento. Un concetto strettamente legato alla situazione finanziaria attuale, in cui molti indici internazionali come il DAX, il Nikkei, l’S&P500 e il Dow Jones stanno registrando nuovi massimi storici. Questi livelli elevati possono indicare un alto risk appetite tra gli investitori, che spinti dall’ottimismo sul recupero economico, dalle politiche monetarie accomodanti delle banche centrali e dalle aspettative di crescita dei profitti aziendali, si lanciano a capofitto sui mercati in cerca di extra-rendimenti. Un elevato risk appetite può potenzialmente aumentare la vulnerabilità del mercato a correzioni violente ed inaspettate nel momento in cui non venissero rispettate le aspettative o cambiassero le condizioni economiche. 

Bitcoin è famosa per i suoi movimenti repentini, potremmo dunque trovarci ad assistere a correzioni importanti soprattutto nel breve periodo. In un’ottica di lungo termine, invece, siamo fiduciosi che il BTC possa raggiungere prezzi ancora più alti dei livelli attuali. Per darvi un’idea di ciò che intendiamo vi lasciamo con una riflessione fatta ad alta voce. Ma prima osserviamo questo grafico, in cui viene rappresentata la capitalizzazione di mercato dell’oro e di BTC in termini percentuali rispetto al valore della moneta fiat nelle principali 5 economie globali. Al momento l’oro viaggia attorno al 20% mentre il Bitcoin attorno al 3%. Ragioniamo assieme… 

Questi sono calcoli estremamente approssimativi ed assolutamente non indicativi della complessità che c’è dietro le dinamiche di prezzo di BTC e di qualsiasi altro asset, allo stesso tempo però, questi semplici ragionamenti ci danno una piccola ma illuminante insight sulle prospettive di sviluppo di questa criptovaluta.

To the Moon? Staremo a vedere! Tu cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti!