Nell’articolo di oggi cercheremo di dare una risposta a questa domanda. Piccolo spoiler: questo “atterraggio”, secondo la nostra visione, non sarà così “soft”. Un po’ come per l’inflazione che a detta di Powell, presidente della FED, sarebbe stata transitoria, ci sembra che anche questo tanto decantato “Soft Landing” seguirà la stessa parabola. Esistono, infatti, alcune minacce che attualmente minano la buona riuscita del programma di soft landing. Vediamo meglio di cosa si tratta… I dati attuali che mostrano un calo dell’inflazione negli Stati Uniti, con un mercato del lavoro che rimane forte, alimentano l’ottimismo riguardo la possibilità che la Federal Reserve riesca nel suo progetto di “soft landing”: Purtroppo per Jerome Powell e il suo team, tre eventi stanno convergendo in modo pericoloso e potrebbero destabilizzare l’economia statunitense: uno sciopero dei camionisti ed autotrasportatori, un probabile Shutdown del governo e la ripresa dei pagamenti dei prestiti studenteschi. Questo trinomio potrebbe rallentare la crescita nell’ultimo trimestre, di poco o molto, a seconda delle conseguenze.

Gli economisti di Goldman Sachs stimano che l’espansione potrebbe rallentare dal 3,1% adel terzo trimestre al 1,3%, su base annua. Gregory Daco, economista capo della società di consulenza EY-Parthenon, ritiene che la combinazione di questi eventi potrebbe portare a una riduzione dello 0,8% della crescita, ed ipotizzando un ulteriore calo della spesa in servizi ed investimenti aziendali, già in fase di flessione, la crescita potrebbe avvicinarsi allo 0%. Gli economisti di Citigroup Inc. sostengono che lo sciopero organizzato dai United Auto Workers (UAW) arriva nel peggiore dei momenti, proprio mentre le catene di approvvigionamento e i prezzi dei veicoli si stavano normalizzando. Questo rappresenta una chiara minaccia inflazionistica in un periodo in cui le pressioni sui prezzi negli USA impiegano più tempo a dissiparsi rispetto ad altre nazioni. La Fed ha scelto di mantenere invariati i tassi nella riunione del 19-20 settembre, ma ha indicato l’intenzione di aumentarli ancora entro la fine dell’anno. La ripresa dei pagamenti dei prestiti studenteschi potrebbe rappresentare un altro punto di svolta economica. Anna Wong di Bloomberg Economics afferma che, con la fine della pausa di tre anni dovuta alla pandemia, 28 milioni di mutuatari sentiranno tutto il peso della politica anti-inflazione della Fed. 

Molto dipenderà da come si svilupperanno gli eventi. Lo sciopero nel settore automobilistico e uno shutdown del governo potrebbero concludersi in pochi giorni o settimane. Inoltre, alcuni mutuatari potrebbero beneficiare di programmi che permettono di ridurre i loro debiti studenteschi, riducendo l’impatto previsto sui consumi. 

La crescita dei salari andrebbe temporaneamente in negativo, secondo Oxford Economics. Le conseguenti carenze nelle concessionarie potrebbero innalzare i prezzi dei veicoli nuovi, che, seguendo l’indice dei prezzi al consumo, sono in calo da aprile. Centinaia di migliaia di dipendenti federali potrebbero anche smettere di lavorare il mese prossimo, sebbene non per scelta. Un gruppo di ultraconservatori alla Camera dei Rappresentanti ha bloccato i voti su una serie di disegni di legge necessari per mantenere il governo operativo nel prossimo anno fiscale, che inizia il 1° ottobre. I blocchi del governo di solito durano pochi giorni, ma le lotte interne al Partito Repubblicano minacciano una chiusura più lunga. Ci sono stati solo tre blocchi prolungati nella storia degli Stati Uniti: il primo, nel 1995, è durato 21 giorni; uno nel 2013 è durato 16 giorni; il terzo è iniziato nel dicembre 2018 ed è proseguito fino al gennaio 2019, per un totale di 35 giorni. L’impatto economico inizierebbe piccolo e si accumulerebbe nel tempo. Gli economisti di Goldman Sachs stimano che ogni settimana di chiusura governativa ridurrebbe di uno 0,15% la crescita del PIL durante il quarto trimestre. Nonostante i segni preoccupanti, Goldman Sachs è ottimista riguardo alle prospettive per l’inizio del prossimo anno. “Ci aspettiamo che la decelerazione sia lieve e di breve durata, poiché questi ostacoli temporanei diminuiscono e la crescita del reddito si riaccellera grazie alla continua e sostenuta crescita dell’occupazione e all’aumento dei salari reali”, ha scritto l’economista capo Jan Hatzius in un rapporto del 15 settembre. Sebbene Hatzius rimanga fiducioso nell’idea che la Fed possa evitare di innescare una recessione mentre riporta l’inflazione al suo obiettivo del 2%, alcuni dei suoi colleghi di Wall Street sono molto più scettici. Un team di Citigroup guidato da Nathan Sheets ha esaminato i cicli economici susseguitisi dal 1965 ad i giorni nostri, ed ha scoperto che per far sgonfiare livelli di inflazione elevati ed un mercato del lavoro ristretto è necessario un notevole aumento della disoccupazione e, inevitabilmente, una recessione: “La nostra opinione è che le leggi della ‘gravità economica’ viste nei cicli precedenti si ripresenteranno, e l’economia statunitense affronterà una recessione nel 2024”, ha affermato in un rapporto del 14 settembre. “Al contrario, sostenere il caso di un “soft landing” richiede un racconto convincente sul perché “questa volta sarebbe diversa’”. 

Anche se l’economia riuscisse ad evitare una recessione tecnica, definita come due trimestri consecutivi di crescita negativa, Matthew Martin di Oxford Economics dice: “è probabile che ci attenda un periodo di crescita inferiore alla tendenza, a causa dell’effetto dei tassi di interesse più alti e di standard di prestito più rigidi, risparmi eccessivi ridotti e una crescita dell’occupazione più debole”. Un’analisi di Anna Wong di Bloomberg Economics mostra che, dagli inizi degli anni ’80, le previsioni consensuali che l’economia statunitense avrebbe raggiunto un atterraggio morbido hanno raggiunto il picco proprio prima che l’economia iniziasse a deteriorarsi. La domanda è stata posta da mesi: cosa ci vorrà per scalfire l’incredibile resistenza dell’economia statunitense? Ora, con gli autotrasportatori in sciopero e i detentori di prestiti studenteschi che assieme ai lavoratori federali sono pronti a vedere una riduzione notevole dei loro redditi, potremmo presto avere la nostra risposta. E tu cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti!